La trattativa Stato-mafia c’è stata, ma non costituisce reato: almeno per gli uomini dello Stato

Una sentenza che farà discutere quella pronunciata dalla Corte di Assise di Palermo e che ribalta il primo grado, pur restando in attesa delle motivazioni.

La trattativa Stato-mafia c’è stata, ma non costituisce reato: almeno per gli uomini dello Stato
Strage di via d'Amelio, 19 luglio 1992

Dice Salvatore Borsellino: “Per potere portare avanti quella scellerata trattativa, che ieri è stata dichiarata legittima, hanno spezzato la vita di Paolo e di tutta la sua scorta. Ma questo non è uno stato di diritto, uno Stato che accetta di trattare con l'antistato non può essere considerato tale e purtroppo anche la magistratura è ormai asservita alla politica e non possiamo più avere speranza di Giustizia E' quello che dirò ai giovani nelle scuole, li inciterò a ribellarsi a tutto questo”


Paolo Borsellino è stato ucciso proprio perché aveva scoperto quel patto scellerato e non si è piegato.

 


 

Le assoluzioni sono uno schiaffo in faccia per tanti, un pugno allo stomaco per i cittadini onesti e per le tante vittime di mafia. Una sentenza che assolve gli uomini delle istituzioni (pur riconoscendo l’esistenza della trattativa con i boss di mafia) e condanna i mafiosi per la stessa circostanza: tutto questo crea disorientamento e rabbia.

Parliamo di una mafia che ha insanguinato il paese per decenni, causando decine di vittime, che si è affermata sui territori con la violenza e la minaccia, che ha ucciso magistrati, civili, donne e uomini della scorta, appartenenti alle forze dell'ordine, che avvelena sempre più l'economia e lo stato di diritto.

 

Allora ci chiediamo: a cosa serve denunciare il malaffare se il fatto di aver trattato con l'antistato non costituisce reato per la legge italiana?

A cosa serve mettere a rischio la propria esistenza, e quella delle proprie famiglie, quando non c'è risposta?

E ancora, a cosa serve parlare alle giovani generazioni, raccontare loro delle stragi di mafia che hanno deviato per sempre la storia della nazione, spiegare che è fondamentale ricordare il passato per modificare il futuro…

Quale futuro possiamo adesso ridisegnare  per il paese?

 

La Repubblica Palermo

 

Si può solo immaginare il dolore e la frustrazione dei familiari delle vittime e delle tante vittime di mafia ancora vive che hanno visto stravolgere la propria vita per non aver abbassato la testa, per non essersi voltati dall'altra parte, per non aver “trattato” con chi chiede il pizzo, per aver denunciato.

 

La testimonianza che  Daniele Ventura ha pubblicato sul proprio profilo facebook

ci dice molto. Nelle sue parole c’è rabbia, sofferenza, delusione, ma c’è tutta la bellezza e la dignità di chi si è ribellato a questi infami miserabili, non senza conseguenze.

Ma non tradire i propri valori, essere onesti, restare coerenti con se stessi, tutto questo non ha prezzo.

 

La meravigliosa sensazione che si prova restando dalla parte giusta, rende forti e liberi, nonostante tutto ed una cosa è certa: tutti quei traditori, faccendieri e collusi che sguazzano nel malaffare non la potranno mai provare.

 

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Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

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