Le parole per dirlo - Medioevo

Affossato il Ddl Zan. L'Italia in rotta verso il Medioevo dei diritti.

Le parole per dirlo - Medioevo

Ve lo ricordate il Medioevo? Certo che sì, a scuola lo abbiamo studiato tutti quel periodo storico contraddistinto da oscurantismo, dalla caccia alle streghe, dai roghi in piazza dove si bruciavano i diversi, i non allineati al sistema.

 

Ebbene, nel nostro amato bel Paese, si respira tanta aria di nostalgia per quei tempi, per quelle crociate fintamente perbeniste, dove politicanti che in privato divorziano, convivono, fanno figli fuori dal sacro vincolo del matrimonio e via dicendo, sulla pubblica piazza del Parlamento sfoderano la famiglia tradizionale come irrinunciabile e imprescindibile baluardo della nostra società

 

Ed è in questa ottica che si incanala ciò che è successo oggi al Senato della Repubblica dove gli illustri senatori sono stati chiamati ad esprimere il proprio voto – segreto – sul DDL Zan, ovvero un provvedimento legislativo, peraltro già approvato alla Camera dei Deputati, sull’omofobia e non solo.

 

Si tratta di una legge che, come ogni provvedimento di civiltà, mirava all’allargamento dei diritti di tutte le persone LGBTQ, e proponeva la giusta punizione dei crimini commessi contro queste persone per via della loro sessualità

 

I signori Senatori della Repubblica sono quindi d’accordo con quei criminali che picchiano a sangue due ragazzi che si tengono per mano, o quelle due donne che si scambiano una tenera effusione. I signori Senatori della Repubblica avallano e incitano l’odio e i crimini d’odio.

Il DDL Zan avrebbe rappresentato un importante passo in avanti per il nostro Paese nel riconoscimento della libertà di essere ciò che si è.

 

Peraltro una legge che non toglie niente all’eterosessuale, ma garantisce invece le persone LGBTQ di poter vivere la propria sessualità senza il timore di vedersi insultati e aggrediti

Un Paese così non può definirsi civile, e non lo è ancora di più un ramo del Parlamento nel quale coloro che hanno “vinto” hanno esultato, applaudito, elevato cori da stadio all’interno dell’emiciclo senatorio. Uno spettacolo davvero indegno e miserevole.

 

C’è solo da augurarsi che quel ramo del Parlamento, la cui maggioranza oggi ha affossato il DDL Zan, non sia lo specchio del Paese, e che invece il Paese reale stia da un’altra parte, sia a fianco di chi oggi viene discriminato per il proprio orientamento sessuale, di chi viene insultato e picchiato perché omosessuale o transessuale. 

C’è da augurarsi che l’Italia, quella vera che vive e lotta ogni giorno per la sua quotidianità, sia favorevole all’allargamento dei diritti e non alla censura e alla discriminazione, sia dalla parte di chi ogni giorno deve sperare di non essere aggredito e, soprattutto, se ne ricordi la prossima volta che sarà chiamata a esprimere la propria decisione nel segreto della cabina elettorale.

 

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