Lo Stato è il mandante

Raccogliamo le testimonianze di genitori che vivono a Taranto. Madri e padri che hanno perso un figlio o che convivono con la malattia.

Daniela e Marcello sono i genitori di Benedetta, morta a 19 anni. Antonella Massaro è la mamma di Miriam, morta a 5 anni. Simona Peluso è la mamma di Andrea, un bambino meraviglioso affetto da una rarissima malattia genetica (unico caso in Italia).

Alessandro Marescotti, fondatore di Peacelink, ci fa il quadro sull'attuale situazione aziendale e sui risultati dei ricorsi e della class action fatta da alcuni cittadini;  ha illustrato la possibilità - prevista da poche settimane- a un indennizzo per i proprietari di un appartamento nel quartiere Tamburi, la zona più vicina allo stabilimento e quindi più soggetta alla ricaduta delle emissioni. (per info a.marescotti@peacelink.org)

Abbiamo esteso l’invito a partecipare al Presidente della regione Puglia Michele Emiliano, ma non abbiamo ricevuto risposta.

Sono testimonianze strazianti, dolorose e terribili che tutti dovrebbero ascoltare, soprattutto i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali.
La produzione industriale dello stabilimento ex-Ilva continua a devastare un territorio che l’ONU definisce una zona sacrificale.
Scrive l’Organizzazione delle Nazioni Unite: “Taranto rientra nelle "zone di sacrificio", ossia tra le aree più degradate e inquinate del mondo. Una zona in cui, si cita testualmente, si sono verificate per decenni violazioni dei diritti umani, mediante l'emissione di inquinanti atmosferici che hanno compromesso la salute della popolazione.

L’inquinamento ha per sempre segnato la storia di queste famiglie; il ricatto occupazionale persiste, nonostante il sito siderurgico sia in perdita e senza più liquidità.

Ci chiediamo ancora una volta: il lavoro, il profitto, la produzione sono più importanti della salute umana e del benessere della cittadinanza? Per noi la risposta è NO.