Quanto conta la vita dei bambini?

I vescovi cattolici canadesi disattendono la promessa di rilasciare i dettagli della raccolta fondi per 30 milioni di dollari per il risarcimento ai sopravvissuti delle scuole residenziali.

Quanto conta la vita dei bambini?
Foto di Joshua Choate da Pixabay

Il presepio, una mangiatoia riscaldata dal fiato di un bue e di un asinello. Un luogo “povero”, scelto, per accogliere il figlio di Dio. Sono gli angeli ad annunciare la nascita di Gesù, mentre i pastori, gli umili, sono i primi ad accorrere portando doni. 

Dal medioevo, da cristiani, ogni Natale accogliamo Gesù nelle nostre case e nei nostri cuori. Accogliamo l’amore di Dio diventando noi stessi portatori di amore verso il prossimo, nelle nostre comunità e nel mondo. 

Il 2021 passerà alla storia per aver portato alla luce un evento orribile, atroce. È un evento che noi italiani, in modo particolare, abbiamo il dovere morale di conoscere, riconoscere e respingere. Roma è la casa del Vaticano. Quando la nostra Chiesa si comporta male, da cattolici abbiamo il compito di fare pressione perché al contrario rispecchi in ogni sua azione l’amore di Dio, lo stesso che predica e in cui tutti noi crediamo.

La notizia della scoperta di più di mille tombe anonime di bambini indigeni costretti a frequentare le tante scuole residenziali dislocate in Canada, non può, non deve essere dimenticata. 

Soprattutto perché, non solo non sono arrivate le scuse ufficiali da parte di Papa Francesco, ma non è neppure iniziata la campagna raccolta fondi per il risarcimento riconciliatorio promesso e dovuto da parte della CCCB, ovvero la Canadian Conference of Catholic Bishops (Ordine Canadese dei Vescovi Cattolici). 

Cattedrale Basilica di San Michele di Toronto (stmichaelscathedral.com)

 

Nel 2016 la Cattedrale Basilica di San Michele di Toronto ha visto un restauro per 128 milioni di dollari. Un anno dopo la Chiesa cattolica ha raccontato ad un giudice di non riuscire a raccogliere più di 3.9 milioni di dollari quale risarcimento destinato ai sopravvissuti delle scuole residenziali. Lo scorso settembre l’Ordine Canadese dei Vescovi Cattolici ha rinnovato la sua intenzione annunciando una nuova campagna di raccolta fondi per 30 milioni di dollari, promettendo di rendere pubblici i dettagli del progetto lo scorso novembre. 

Apprendiamo dalle maggiori testate giornalistiche canadesi che la campagna per la raccolta fondi non è neppure iniziata. Fonti ufficiali dell’Ordine canadese dei Vescovi Cattolici dicono che stanno lavorando ad un piano dettagliato e che il progetto rimane prioritario. 

Non per fare l’avvocato del diavolo, ma la situazione è davvero anacronistica, e qualche domanda sorge spontanea. Se davvero ci fosse l’intenzione, la volontà da parte della Chiesa cattolica di riconoscere l’aberrante crimine commesso, non sarebbe più opportuno scrivere un assegno per dimostrare la sua buona fede e, il reale desiderio di percorrere la strada della riconciliazione con il Popolo Indigeno canadese? 

La Chiesa ama davvero il suo prossimo come un fratello, oppure sta cercando di salvare la reputazione di una istituzione/corporazione che fa acqua da tutte le parti? 

 

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