Trovare il fiato per imporsi
L'OPINIONE. «A proposito del concetto di scagliare la pietra per primo, ho deciso di prendere ad esame, tenendolo come esempio e manifesto, il libro rivelazione di Krzysztof Charamsa: ex segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale presso la Congregazione per la dottrina della fede, che ha avuto gli attributi di mettere nero su bianco tutto ciò che, dietro le quinte della "Corte pontificia", si respira, si vive, si gode e si tace.»

Parlare di Chiesa - argomento che, secondo me, esula dall'essere o meno credenti - è sempre molto difficile, perché si va a toccare, e in alcuni casi ad intaccare, un "impero" a sé che non ammette critica o osservazioni alcune.
Per parlare di Chiesa, in prima persona, ci vogliono il coraggio, la faccia e il carattere che solo gli spiriti liberi possiedono. Parlare di Chiesa, soprattutto quando si difendono i diritti dell'omosessualità, è quasi impossibile. Nello specifico in questo articolo non andremo a concentrarci sul cristianesimo inteso come religione, ma sul cristianesimo inteso come istituzione. Sì, perché Esso è prima di tutto un'istituzione, che sta a monte, purtroppo, del suo essere casa di culto e preghiera sempre più in contrasto con gli stereotipi che, nei secoli, ne hanno circoscritto e allargato i propri confini. Margini, questi ultimi, che giovano a pochi e lapidano molti, forse troppi: sembrano essere stati soppressi sotto mucchi di macerie storiche i lontani tempi del - Chi tra voi è senza peccato scagli la pietra per primo -, Giovanni 8,3.
A proposito del concetto di scagliare la pietra per primo, ho deciso di prendere ad esame, tenendolo come esempio e manifesto, il libro rivelazione di Krzysztof Charamsa: ex segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale presso la Congregazione per la dottrina della fede, che ha avuto gli attributi di mettere nero su bianco tutto ciò che, dietro le quinte della "Corte pontificia", si respira, si vive, si gode e si tace.
Charamsa ha titolato la sua Opera rivelatrice "La prima pietra", per l'appunto.
"La prima pietra", che ha tra le sue pagine il grido d'amore unito alla pietà che l'autore ci ha regalato, con una scrittura lapidaria, essenziale e veritiera, ci offre su un vassoio d'argento il secondo volto della Chiesa che, ostinatamente, si consuma nell'esercitare il suo "ufficio d'amore" come fosse un regime di dittatura, come fosse un impero, come fosse l'essenzialità dell'esistenza umana. Charamsa ci "offre" una Chiesa disinnamorata del vero ed unico sunto evangelico: la fratellanza.
Di conseguenza, non ama nemmeno il suo Cristo crocifisso il quale, nel Vangelo ci esorta al solo amore, dato, quest'ultimo, sottoforma di pietà e non di persecuzioni: basta pensare che la Chiesa, nei secoli, è stata la più atroce mano che ha firmato sentenze a morte - fra tutte posso citare la persecuzione degli albigesi che, se anche fossero stati eretici, non avrebbero dovuto ricevere un "trattamento" simile -
Nel parlare di persecuzione, stiamo parlando di consacrati, di clero, di Chiesa! Stiamo parlando di una Chiesa che scredita il Cristo immolato da unico Redentore e Salvatore, quasi lo toglie dalla Croce e, come nulla fosse, esercita il suo dominio in modo dittatoriale da potersi aggregare, da sempre, al fascismo, al nazismo, al comunismo.
Stiamo parlando di una Chiesa che "vanta" Michelangelo tra i suoi affreschi più ambiti e preziosi, ma non accredita allo stesso la possibilità di poter essere stato omosessuale. Questo non lo fa, non sta bene, non e concepibile! E, sebbene molte fonti dicano che al nostro Michelangelo piacesse andare a letto con gli uomini, la "Madre Chiesa" tende a svicolare ogni dunque, ogni come. Perché? Presto detto: perché è la Chiesa stessa ad essere la prima bugiarda, scalatrice sociale, nociva in campo di pace, fautrice di frontiere di guerra.
Stiamo parlando di una Chiesa che ha quattro Vangeli, ma ne preferisce due più di tutti: Luca e Matteo.
Giovanni e Marco?
Giovanni viene ritenuto quello più intimo, non consono alle omelie; ma non tutti sanno che la Chiesa tende a "nascondere" questo Vangelo, perché in esso vi è uno delle prime verità che non condanna gli omosessuali - il discepolo che Egli amava Bene, perché in Giovanni 19, 26 vi è questo mistero che induce da sempre la Chiesa a pensare: amava in che senso? Ma il senso non può essere messo in "commercio", altrimenti il sant'Uffizio penerebbe il trapelare di discorsi sconci e guerre impunite, che hanno come protagoniste le bocche della maggior parte dei "Monsignori".
Marco ha pochissime chance se pensiamo che il suo vangelo sembra scritto da una donna: meno si legge, meglio è!
Ma non è finita qui.
Stiamo parlando di una Chiesa che ha più del 50% dei suoi consacrati agonizzanti nel mistero dell'omosessualità: ma questo non si può dire, questo non si può far trapelare: sarebbe uno scandalo. Nel frattempo, però, ci dobbiamo "accontentare" di sentire e leggere di preti che abusano di bambini. Questo "nascondiglio" la "Santa Chiesa" come lo chiama? Non è forse pedofilia? Ma essa, qui, trova il coraggio di porre una pietra e perdonare, perché è aperta al perdono, all'accoglienza. Salvo poi condannare gli adolescenti e la masturbazione: questa è una pratica satanica, perché non si può consumare lo sperma, dice. Che stupidità astrusa!
Stiamo parlando di una Chiesa che ha come accoglienza nei conventi la frustrante ira omosessuale di molti consacrati e consacrate.
Stiamo parlando di una Chiesa che izza alla stigmatizzazione di una fetta consistente del suo popolo: gli omosessuali. Ma questi ultimi, amano il Cristo. Sì, perché non si abbia mai a dire che i gay non il mistero della Croce; semplicemente hanno perso fiducia nella Chiesa che di Chiesa, quindi di famiglia, non ha più niente, o meglio, nei secoli ha perso tutto.
Stiamo parlando di una Chiesa che dell'ipocrisia ne ha fatto bagaglio, studio, arma, complotto, persecuzione, vizi, scherno ai deboli, mattanza, intolleranza, non accoglienza: farisea.
Charamsa è stato onesto ed autentico e, con "La prima pietra" ci ha dato la possibilità di aprire le braccia del cuore verso un coraggio che è un po' arcobaleno per tutti, almeno così dovrebbe essere. Ringraziando Krzysztof Charamsa, aggiungo che la Chiesa dovrebbe essere ascolto alla parola, non denuncia, a priori, della stessa, affinché chi è senza voce possa trovare il fiato per imporsi.