Il Covid19 visto con gli occhi di un bambino

Il Covid19 visto con gli occhi di un bambino
Foto di Kari Shea da Pixabay

Ero malato e non stavo andando a scuola. Non ero informato perché non parlavo con i miei amici, non sapevo niente del COVID-19. Quando tornai a scuola, i miei amici mi dissero che il giorno dopo non si andava più, per prevenire il contagio della malattia. Siamo arrivati ad oggi: facciamo le lezioni online, facciamo le videochiamate per vederci.

Ma non è semplice vivere così: si può uscire poche volte, non ci si può abbracciare, non si può stare insieme, non possiamo andare a casa degli amici, non possiamo andare a fare le passeggiate e, ora, le mie giornate non sono come erano prima...

La cosa che mi capita di fare per prima, la mattina, è accendere il telefono o il computer, poi aprire il diario, per capire, più o meno, quando ci sono le lezioni. Tra le varie lezioni mi capita di giocare, quei 15 minuti, con dei miei amici per poi continuare a fare lezione. E quando finisco continuiamo ciò che abbiamo iniziato.

Poi pranzo, faccio i compiti e gioco con i miei amici. Verso sera ceno e vado a letto. All’inizio, che poco sapevo, non ero tanto triste perché prima o poi sarei tornato a scuola, ma ora la scuola finirà così. Ora non sono neanche così felice perché non mi vedo da tanto con gli amici.

C.M., 11 anni