«Io resto nera. Perché c'è gente che ha problemi col mio colore della pelle?»

CONTRO OGNI RAZZISMO. Le parole di Lorena a Sanremo 2022 hanno toccato l'anima. «Per qualcuno non sono italiana.»

«Io resto nera. Perché c'è gente che ha problemi col mio colore della pelle?»

“Sono nata a Dakar da mamma senegalese e papà italiano, sono cresciuta a Roma. Ho una laurea in storia contemporanea, ho lavorato all'archivio centrale dello stato e ho continuato a studiare recitazione, è diventato il mio lavoro.”

“Non se lo merita l’hanno chiamata lì perché nera”

“E’ arrivata l’extracomunitaria” 

“L’hanno chiamata per lavare le scale”. 

Basta con queste frasi fatte, con queste bassezze. Basta con questo inutile razzismo. Il monologo dell'attrice Lorena Cesarini deve aprire gli occhi. Le offese rivolte alla sua persona sono offese rivolte a tutti gli uomini perbene che hanno nel cuore uno spirito diverso, libero. Il mondo appartiene a tutti, senza alcuna distinzione.

«Un uomo è uguale a un uomo.»

Le leggi razziali fasciste non le abbiamo ancora cancellate dalla nostra anima. L'odio che proviene quotidianamente dalla politica deve essere rigettato ai mittenti. E' arrivato il momento di dire basta sui social, negli stadi, nelle piazze. In qualsiasi luogo dove un cretino usa parole schifose. Più schifose della sua anima. 

"Un bambino è curioso. Fa molte domande e si aspetta risposte precise e convincenti. Non bariamo con le domande di un bambino. Mentre mi accompagnava a una protesta contro un disegno di legge sull'immigrazione, mia figlia mi ha chiesto del razzismo. Abbiamo parlato molto. I bambini sono in una posizione migliore di chiunque altro per capire che non nasciamo razzisti ma a volte lo diventiamo. Questo libro, che cerca di rispondere alle domande di mia figlia, è per i bambini che non hanno ancora pregiudizi e vogliono capire meglio la realtà. Per quanto riguarda gli adulti che lo leggeranno, spero che li aiuti a rispondere alle domande, più imbarazzanti di quanto pensano, dei propri figli."

Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia