La Pasqua in Sicilia

Un itinerario storico, iconografico e religioso della settimana santa nell’isola.

La Pasqua in Sicilia

La Sicilia, durante i giorni della Settimana Santa, diventa un palcoscenico a cielo aperto davvero entusiasmante: tutto è in movimento tra processioni, riti, celebrazioni, rappresentazioni con personaggi viventi e statue.

Gli autori hanno voluto raccogliere in un unico testo centinaia di “Settimane Sante” siciliane, in un itinerario che mostrasse come in poche ore, la stessa terra, presenti cento caratteristiche diverse, cento riti, mille gesti e mille simulacri che rendono la Sicilia un’isola da vivere e vedere sempre con occhi nuovi.

Maria Addolorata, trafitta da un pugnale, diventa simbolo femminile indiscusso di questi giorni. Dalle storiche confraternite di Enna alle grandi Vare di Caltanissetta, dai misteri di Trapani ed Erice alle Varette di Messina e Barcellona Pozzo di Gotto, dalle maschere dei diavoli di Prizzi, dai colorati costumi dei Giudei di San Fratello ai Babbaluci (o babbaluti) incappucciati di numerosi altri comuni. Rappresentazioni viventi che vanno sotto il nome di Vasacra, Scinnenza, Casazza… ma che pur sempre non cambiano la storia raccontata nel Calvario di ciascun paese, che numerosi comuni hanno sotto forma di terrazzo, piazza o sagrato.

Il libro racconta quindi la Settimana Santa in Sicilia da tanti e svariati punti di vista, provandola ad analizzare provincia per provincia, iniziando dall’aspetto religioso, sino a quello etnoantropologico, passando per i canti popolari (Lamenti, Lamentanze) di molti Venerdì Santo dell’Isola, ma anche dolci e piatti tipici (agnello pasquale, uova, cassata, spina santa, taganu). Bande Musicali, marce funebri, lamentatori, portatori, troccole, campane, lutto, viola e nero. Ma anche gioia della Pasqua, nell’Incontro (o scontro) tra la Madre e il Figlio o nella sfilata di “Santoni” giganti di cartapesta. Crocifissi issati su pali e poi tutti i personaggi che rivivono ogni anno: Maria, Maddalena, Giovanni, Giuda, Pietro.

L’opera, grazie ai contributi fotografici, diventa un documento unico da “passare” alle nuove generazioni e soddisfare la sete di bellezza dei siciliani e di chi siciliano non è.