LETTERA APERTA AI MAGISTRATI ITALIANI

LETTERA APERTA AI MAGISTRATI ITALIANI
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Recenti statistiche rivelano che la fiducia dei cittadini nella magistratura è ai minimi storici.

Le ragioni sono molteplici, ma una mi appare preoccupante: alcuni magistrati hanno notevolmente contribuito ad offuscare la propria immagine svilendo la propria funzione. Sono un cittadino italiano, e da oltre 40 anni esercito la professione di avvocato.

Ho conosciuto centinaia di magistrati, la gran parte di essi preparati, onesti, riservati, sobri nello stile di vita, fedeli al compito ad essi affidato dalla Costituzione. Ma ne ho conosciuti, anche e purtroppo, di segno assolutamente opposto: disonesti, collusi, poco preparati, narcisi, opportunisti, qualcuno con segni di instabilità mentale.

Questi secondi sono una minoranza, ma finiscono con il prevalere, anche mediaticamente, sulla maggioranza dei primi, dei quali indegnamente si definiscono colleghi. Fortunatamente la magistratura ha robusti anticorpi che consentono di isolare, espellere e condannare quanti sono indegni di farne parte.

Ma la ferita rimane, occorre tempo perchè si rimargini, e l'opinione pubblica ricorda solo i peggiori, dimentica i migliori, e assimila tutti in un giudizio negativo. 

Cari magistrati, così non va. Si corre il rischio che la parte peggiore della politica del nostro Paese, trasversalmente, come i farisei nel tempio, faccia finta di stracciarsi le vesti e colga l'occasione per approvare riforme che mettano a rischio i valori costituzionali dell'autonomia e della indipendenza della magistratura.

Se ciò avvenisse vi sarebbe una grave involuzione del sistema democratico. Allora occorre che lo stesso ordine giudiziario rifletta sui gravi errori commessi, e attraverso l'organo di autogoverno cominci una seria e profonda opera di rinnovamento. Magari poi sarà necessario qualche intervento normativo, ma che esso avvenga in una logica di maggiore efficienza e non di limitazione delle prerogative.

Ho conosciuto la politica vivendola dall'interno, così come conosco il mondo giudiziario.

La prima mi ha deluso e continua a deludermi. Nella magistratura ho creduto e, nonostante tutto, vorrei continuare a credere.

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