Maria

Maria

Ti ho vista eri bella, fulgente, 

eri bella, 

ed io 

non facevo altro che guardarti, 

eri bella.

 

Eri musica, 

che di terre racconta, spiga 

che al vento canta, 

eri bella 

nella tua forma astratta, 

nel ventre e nelle scapole 

e quando non parli 

la tua bellezza 

mi penetra e resta senza ragione 

ed io divampo 

dinanzi a questa incomprensione,

 

eri bella 

sopra e sotto la pelle, capace 

di essere intera 

in un solo attimo, 

di cedere 

senza mai rimanere vacante, 

 

oh com'eri bella 

in quella scala cromatica, 

piena di fantasia e immaginazione, 

le tue vesti, ricamavano 

la tua pelle chiara, 

i tuoi capelli tessevano le mie dita, non smettevo di guardarti,

non potevo, 

sarei svanito 

e non mi sarei più ritrovato

se avessi smesso di farlo 

 

eri bella

ed io 

ti ho vista

io e nessun altro

e questo,

è quello che più 

mi fa trepidare; 

da te,

ho imparato la restanza 

ed io resto,

resto a guardarti

finché tu anche resti,

in questo modo, l'attesa,

non è un giorno indefinito 

ma un essere continuo

com'è continuo il mio guardarti,

 

eri bella davvero

e non dirmi che sono matto

perché, ciò che voglio essere è questo;

la tua ricchezza

e la tua miseria,

la tua instabilità,

l'eccesso 

e la prudenza,

voglio essere conciliazione nell'oscurità 

e primitivo nell'evidenza,

voglio essere io

a dirti che sei bella

perché lo sei,

perché

non faccio altro

che leggerti,

in silenzio tante volte,

altre, 

con un filo di voce,

altre ancora

vorrei urlare

per quanto sei bella,

 

lo farò alle montagne,

così anche loro 

lo faranno

in quell'eco 

che a te risuona in petto,

in quel respiro smanioso 

che cavalca le più alte cime 

e discorre tra le anse dei fiumi,

in quell'alito leggero che mi resta addosso ovunque io vada,

urlerò forte 

e nei prati, 

vedrò la tua bellezza,

negli alberi il tuo modo di guardarmi senza resa,

nei cieli la tua gentilezza

e nella terra 

i tuoi modi di accogliermi,

di lasciarmi entrare,

senza timore,

in modo nativo,

casto

puro

solenne

 

come sei bella

in ogni fase lunare,

in ogni parte che ancora non conosco

ma che già so 

che sei bella,

in quella posa incompiuta 

che ancora e ancora,

senza tregua 

resta,

caparbia e insolente

autentica

geniunia

oh come sei bella

quando sogni,

quando per mano mi accompagni

in luoghi ch'io, ignoravo l'esistenza

sei cose belle

perché sei bella

ed io resto,

perché voglio chiamarti per nome,

perché

voglio chiamarti

Maria