Si dipinge la storia di un incontro avvincente

Si dipinge la storia di un incontro avvincente
Incontro con la Nazionale italiana maschile di Tennis vincitrice della Coppa Davis 2023, quirinale.it

Nel giardino di racchette e reti, danza la pallina tra i suoi balletti.

Sotto il cielo azzurro, come un artista, il tennis si svela, puro di conquista.

Sulla terra rossa o sull'erba verde, il campo diventa tela di speranze.

Il battito del cuore, il respiro attento, ogni punto è un frammento di un momento.

La racchetta sospesa nell'aria leggera, segue il percorso della palla sincera.

Tra smorzate e vincenti, il gioco si fa, una sinfonia di gesti, di grazia e di via.

Nel silenzio spezzato solo dal rimbalzo, si dipinge la storia di un incontro avvincente.

Le scarpe che sfiorano la polvere sottile, l'emozione palpabile, la tensione sottile.

La rete divide, ma anche unisce cuori, nel duello gentile di forze e di ardori.

Il tennis è poesia, è passione scritta, sui campi di gioco, la vita è racchetta.

In ogni scambio c'è una storia nascosta, tra servizi potenti e palle respinte al volo.

Il tennis è un poema di forza e agilità, dove la vittoria è una dolce melodia.

Sotto il sole caldo o il cielo stellato, il tennis danza, sempre appassionato.

In ogni colpo c'è un verso che si libra, sul campo di gioco, la magia si ispira.

pdc

 

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Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con la Nazionale italiana maschile di Tennis vincitrice della Coppa Davis 2023

È un vero piacere accogliervi al Quirinale.

Rivolgo un saluto al Ministro Abodi, al Presidente Malagò, al Presidente Binaghi, a Nicola Pietrangeli, a tutto lo staff della Federazione Tennis, prezioso nell’azione di preparazione e di assistenza, che ha contribuito a questo successo che stiamo ricordando.

Un saluto naturalmente in particolare a voi, protagonisti della vittoria di Coppa Davis. Complimenti e grazie, Bolelli; complimenti e grazie davvero, Sinner; complimenti Arnaldi; complimenti Sonego; complimenti anche a Berrettini, coinvolto oggi, come coinvolto - malgrado non potesse giocare - in quei giorni; complimenti Musetti; complimenti Vavassori. Complimenti - particolari anch’essi - al Capitano; complimenti a Filippo Volandri, capitano con un ruolo fondamentale, prima e durante gli incontri. Prima nel suscitare quello straordinario e ammirevole spirito di squadra che si è visto in quei giorni, ogni momento. Prima anche per la preparazione e le scelte e, durante gli incontri, per i suggerimenti, per la capacità preziosa di trasmettere serenità e concentrazione anche nei momenti difficili.

Da quel 26 novembre – splendido - sono trascorsi già oltre due mesi, ma non si è attenuato l’entusiasmo che avete suscitato nei nostri concittadini in misura crescente.

Tanti hanno, nel nostro Paese, seguito ogni tappa del vostro percorso di incontri, dal Canada all’Australia. L’ho fatto anch’io, quando mi era possibile.

Non mi è stato possibile vedere la prima partita, quella con il Canada, che è stata anch’essa importante perché ha permesso di registrare e definire meccanismi, modalità e tattiche, strategie di squadra.

Ho seguito i set conclusivi con il Cile e la Svezia, e per intero con l’Olanda, la semifinale decisiva con la Serbia, e la finale con l’Australia. Complimenti.

Quarantasette anni sono stati un lungo periodo. Non è soltanto questo, però, quello per il quale vi ringraziamo, e per cui qui, oggi al Quirinale, vi ringrazio a nome dei nostri concittadini.

Ma è per quello che avete manifestato in quei giorni, costantemente: lo spirito di squadra, la coesione tra di voi, una normalità e semplicità di comportamento che ha affiancato al successo sportivo un grande valore umano. Complimenti anche per questo.

Sono stati quarantasette anni, comunque un’attesa lunga. Non per voi. Nessuno di voi era nato quando c’è stata in Cile la vittoria del ’76.

Per me è stata un’attesa vera. Ricordo bene quella vittoria con Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli, con Pietrangeli Capitano.

Per la verità, ricordo anche un altro incontro: una mitica semifinale in Australia nel ’60, in cui Pietrangeli e Sirola sconfissero gli Stati Uniti, in rimonta, se non ricordo male. Quindi, chi ha una certa età, avanzata, e ha vissuto anche le precedenti vicende del tennis, vi è riconoscente in maniera non inferiore ad alcuno, perché ha vissuto questi passaggi e attendeva questo risultato.

Complimenti. Sono convinto, come ha detto il Presidente Binaghi, che non vi sarà un lungo intervallo per la prossima scadenza di vittoria. Complimenti davvero.

L’entusiasmo che si è suscitato ha comportato un altro vantaggio, un altro beneficio, che è anche un ulteriore vostro merito: avrete certamente sospinto molti giovani a dedicarsi al tennis. E questa è una cosa che arricchisce la platea della nostra capacità di esprimere talenti nel tennis, come voi avete fatto e continuate a fare.

Naturalmente il tennis poi non si è fermato. Nella prima scadenza importante, in Australia, l’entusiasmo si è rinnovato in maniera particolarmente intensa. Complimenti a Sinner. La vittoria in uno Slam è un grande risultato.

Devo confidarle che, anche se era domenica, quel giorno ero impegnato, ho potuto guardare la tv soltanto all’inizio del quarto set. Questo ha giovato al mio buonumore perché non ho vissuto i primi due set. Ma subito ho avuto la certezza che lei avrebbe vinto, perché vedevo la tranquillità con cui stava rispondendo e giocando.

È stato davvero un grande successo.

Adesso non vorrei esagerare con le parole perché apprezzo la semplicità, la sobrietà che lei esprime. E quindi bastano poche parole per farle i complimenti.

Ma quello che vorrei dire è soprattutto che molti si attenderanno adesso che lei vinca ovunque, in ogni Slam.

Quello di cui possiamo essere certi è che lei giocherà sempre al meglio.  Ma è giusto che non si faccia, né a lei, né agli altri, nessuna pressione - come lei ha detto, secondo l’insegnamento saggio dei suoi genitori - perché quello che è importante - come è stato detto poc’anzi dal Presidente Binaghi - è l’impegno con cui ci si cimenta, con la lealtà, il senso sportivo, la preparazione, i sacrifici, che ci sono prima di ogni partita, di ogni incontro.

Questo è quello di cui siamo certi, ed è quello che conta.

Complimenti anche a Bolelli e Vavassori per l’arrivo in finale nel doppio.

Certo, quello di chiudere al tie-break e con 7-5 al secondo set, significa non avere perso: è stata al livello massimo del doppio. Complimenti davvero!

In tutto questo abbiamo altri appuntamenti: i prossimi tornei e le Olimpiadi.

Anche qui, nessuna pressione, naturalmente. Però, ragazzi, siamo certi che farete il meglio. Auguri!