MELONI, una premier MUTA
IL SILENZIO COLPEVOLE. Un capo di governo che governa il Paese come un capo partito.
«Il silenzio di Meloni sui saluti romani ad Acca Larenzia? Non può perdere quei voti. Un 5/6% del suo elettorato ha radici fasciste». Romano Prodi
«La battaglia contro la mafia si può vincere. Lo Stato c'è». Agi
"Meloni allergica alle critiche, soprattutto dei giornalisti...". Lilli Gruber
La presidente del Consiglio italiana parla solo delle cose che a lei piacciono. La sua strategia è chiara, quasi limpida: mette da parte gli argomenti delicati e fastidiosi e si occupa e "attacca" solo su quello che a lei fa comodo. Gira la testa dall'altra parte quando un gruppo di facinorosi - durante una manifestazione da abolire e contrastare - saluta con il braccio teso.
La Meloni è sempre stata così. L'opportunismo in politica - in quella italiana - premia. La sua decisione di abbandonare Fini - dopo il violento strappo con Berlusconi - per occupare un dicastero ha tracciato il fossato. E da quegli anni ha continuato a comportarsi in questo modo.
Populismo, annunci, inutili denunce, false battaglie. Negli anni dell'opposizione si schierava contro tutti e tutto. Ed era molto brava a chiedere le dimissioni altrui. Durante il suo Governo non parla, non risponde, si limita ad attendere attraverso sterili proclami. Il caso del pistolero della Lega, della Santanchè, di suo cognato "ferroviere" non hanno mai portato a una forte presa di posizione. Solo Sgarbi ha pagato, con le dimissioni.
I successi elettorali non cambiano le cose. La conduzione del Paese è politicamente approssimativa. Il "modello Caivano" è stato messo in piedi per nascondere una lotta alle mafie che non esiste. I provvedimenti del suo ministro della Giustizia non convincono, anzi sono messi sotto accusa dagli stessi magistrati.
Nelle ultime ore è riemersa la vecchia questione: i rappresentanti delle Istituzioni antifasciste, che giurano sulla Costituzione antifascista, non riescono nemmeno a nominarla la parola "antifascismo". A poche ore dal 25 aprile - il giorno della Liberazione dal nazi-fascismo - sta cominciando ad aumentare l'orticaria. E sarà un giorno come un altro, per loro. Anzi, tenteranno ancora una volta di parificare l'antifascismo con la loro bizzarra storia che ha portato morte e disperazione in una Paese che, dopo le scelte elettorali, merita certi trattamenti.
Le altre tematiche riguardano la guerra, con le loro posizioni pericolose, e la legge 194. L'attacco è iniziato da tempo e l'occupazione del servizio pubblico (Rai) - con la censura di governo nei confronti di chi non la pensa come loro - è il punto di partenza di un regime ideologico già condannato dai fatti storici.
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OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre "moribonda". La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l'avvocato Guarnera: «Hanno preparato l'ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».
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