STORIE A CONFRONTO

Due penne: una maschile, l'altra femminile, con grande enfasi e capacità narrativa. Due storie: entrambe struggenti, con finale ed evoluzione diversi. Due romanzi: uno diventato da tempo un grande classico, l'antro contemporaneo. Ambedue, però, custodiscono tra le loro pagine l'anima di due donne diversissime tra loro. Difatti, la prima è piena di fragilità, la seconda è piena di forza.

STORIE A CONFRONTO

Di seguito la recensione di questi due meravigliosi romanzi, che hanno la passione, vissuta in modi diversi e con approccio diverso, di due donne di epoche diverse, come fiamma ardente di un ritmo narrativo incalzante.

 

- "MADAME BOVARY" di Gustave Flaubert.

Essendo un grande classico della letteratura, questo romanzo ha un linguaggio molto aulico, poco giovanile, ma molto efficace e, a tratti, anche vivace.

"Madame Bovary" è un romanzo che parla maggiormente del dolore, che un'infatuazione sfociata in un matrimonio può arrecare nel cuore di una giovane donna. Flaubert, maestro romanziere, sembra essersi divertito nel mettere la protagonista del suo scritto in continuo conflitto con sé stessa, facendola cadere in vizi e ozi, che lei scambia per virtù, dai quali non riesce ad uscirne illesa, mai. 

Passando dal disprezzo che regna sovrano, in questo romanzo vengono toccati, fra tutti, due maggiori argomenti/temi: la depressione per una vita che non soddisfa le aspettative e la dipendenza emotiva tra persone. In entrambi i casi avranno un risvolto inaspettato, disperato.

"Madame Bovary", pur abbracciando, e vantando, il mondo dei ricchi aristocratici francesi, lascia spazio all'immaginazione degli amori clandestini, quelli che potrebbero ridare vita ad un'esistenza spenta come quella della protagonista, ma che, al tempo stesso, non lasciano scampo a causa delle maldicenze.

Questo è un libro che va letto con lo scopo di mettersi all'ascolto di tutte quelle voci sofferenti che, nel silenzio di una vita "normale' soffrono molto: saranno molte le vite che vi si riconosceranno dopo averlo letto.

- "ANITA" di Maria Franzè 

In generale, questo romanzo parla del dolore a volte lasciato andare e a volte tenuto stretto a sé come fosse l'unica dimensione cui auspicare per vivere.

Ma andando più nel dettaglio, si può affermare che l'Autrice possiede un ottimo stile narrativo, che a mio avviso non teme confronti, capace di toccare temi delicatissimi con estrema maestría. Qualità, quest'ultima, che esula dall'essere "troppo maestra", ma che, al contrario, aiuta ogni lettore scrupoloso a cogliere le sfumature della differenza, spesso molto sottile, tra i vari personaggi, capaci ognuno o proprio modo di scorrere tra le righe di questo scritto.

Altra qualità molto interessante di "Anita" è il modo in cui l'Autrice è stata capace di giostrare e sviscerare con dimestichezza il loop narrativo che tratta sì il dolore, ma anche, e soprattutto, della speranza di credere nella certezza che domani andrà meglio: il vero mood impresso nell'inchiostro di ogni singola parola.

Questo romanzo tocca abissi quali la prostituzione e l'aborto, soldi e dipendenza da essi ed emotiva da persone familiari, stupefacenti e la sterilità di giovani che vedono il mondo come un gigante a cui rubare il cuore senza dare nulla in cambio. Ma "Anita" tocca anche vette paradisiache quali il sesso per amore, dando all'altro tutto ciò che si ha e non solo per istinto animalesco, il coraggio di aspettare e di ricominciare, il vero amore, le vere amicizie. Questo romanzo offre la possibilità di ripercorrere gli avvenimenti storici, che partono dallo schiavismo negro nelle fazenda, dalle immigrazioni degli italiani ai tempi del fascismo, fino ad arrivare alle lotte palestinesi, passando per il crollo del muro di Berlino, seguendo il susseguirsi degli artisti che l'Autrice volutamente rende partecipi, in modo passivo, della sua storia.

Leggere "Anita" lascia un retrogusto agrodolce, perché, in fondo, tutti siamo un po' l'Anita che dopo tanto girovagare nel turbine di una vita ove amare si dimostra sempre un tunnel dove alla fine troverà il dolore, si rende conto che tutto può ancora succedere: "[...] Di vedere il suo corpo trionfante sulle macerie. Di riuscire a vivere come una donna in un fresco mattino di primavera, dove tutto rinasce per fiorire ancora."

Buona lettura.

 

A cura di Gregorio Febbo