Un codice etico per il cambiamento

L'INTERVISTA. Parla Mario Alberti, presidente della Cooperativa calabrese «La Nostra Terra»: «La politica va fatta per strada e sempre».

La cooperativa La Nostra Terra è nata nel 2013, come cooperativa agricola e sul territorio di Porto Salvo, in Provincia di Reggio Calabria. Due anni dopo, nel 2015, ha cambiato totalmente base sociale, governance, ambito d’impegno e territorio. Le cooperative sono i soci, e le qualità e competenze di questi ultimi vanno sostanzialmente a scrivere l’oggetto sociale. Dal 2015 la cooperativa La Nostra Terra si occupa di cure domiciliari, come socia del Consorzio Macramè,  e trasporto sociale sul territorio della Locride.

Non è una grossa cooperativa, La Nostra Terra. I soci sono otto, di cui ben quattro fanno parte dell’organo amministrativo. La metà sono soci lavoratori. Gli altri sostengono intellettualmente l’esperienza. Ma una cooperativa, che è un’impresa sociale, per la qual cosa è contestualmente spinta da necessità di fatturato e produzione lavoro verso i soci, ma anche tende verso il benessere della comunità.

Un’impresa cooperativa sociale deve essere etica, per potersi fregiare di questo titolo che sa di responsabilità ed impegno. Occorre prendersi cura della comunità dall’interno e divenire parte attiva di un cambiamento, e strumento di benessere per i cittadini tutti. E non soltanto verso gli utenti dei servizi.  Bisogna andare oltre il mandato. Occorre farsi gli “affari della città”.

Ma non basta. Ogni impresa cooperativa sociale, come scritto su, deve essere “etica”, ovvero orientare ogni possibile agire verso i soci e la collettività in modo corretto, legale, atto a prevenire ogni possibile ingerenza della criminalità organizzata. E non è assolutamente questione di volume d’affari. La storia recente ci fornisce una narrazione improntata sulla voracità delle cosche in maniera indipendente dal valore economico delle attività controllate.

Piuttosto viene messa in atto una estesa azione di controllo del territorio, per il quale, in un  odo o in un altro, occorre togliersi il cappello di fronte a loro. I “loro” perlopiù conosciuti.

Per cui ogni azione “etica” è segno di libertà, e diventa un puntello di valore indipendentemente dalla cifra economica. La cifra è la libertà. Ma le intenzioni devono divenire procedura.

Il consiglio d’amministrazione della cooperativa La Nostra Terra ha approvato, e di conseguenza adottato e applicato, un Codice Etico che norma il comportamento non soltanto dei soci e dipendenti, ma i rapporti con l'esterno, secondo i parametri di legalità ed eticitàA titolo esemplificativo, un fornitore della cooperativa non viene scelto soltanto per l'economicità, bensì per altri parametri di carattere etico e di legalità. A noi importa come il fornitore stabilisce i apporti contrattuali con i propri dipendenti, che attenzione fornisce al rispetto per l’ambiente, se viene considerato dalle Istituzioni affidabile e impermeabile alle infiltrazioni di carattere mafioso.

Chiediamo forse troppo ai nostri fornitori? Non saprei. So che chiediamo “giusto”. Riteniamo che il coraggio stia nell'applicare questi principi ad una cooperativa dal fatturato limitato e dall'esiguo numero di fornitori. Un coraggio strano che a molti farà scappare un sorriso. Fanno bene. Sorridiamo anche noi, con loro.

Ma la legalità e la correttezza non si reggono su valori economici. Sono valore in sé. E come tale, vanno perseguiti in ogni ambito del vivere civile.  Ad ogni costo.

Mario Alberti, presidente cooperativa «La Nostra Terra»