Il mio COVID - tratto da una storia vera

Il mio COVID - tratto da una storia vera

Il mio COVID – tratto da una storia vera, la mia!

Quando si parla di covid-19 vengono in mente solo cose non proprio belle, ma oggi vogliamo parlarvi di un libro che può accendere una speranza.

Antonio, perché hai voluto scrivere questo libro e lanciarlo proprio nel periodo pasquale?

«La Pasqua simboleggia la speranza, ecco perché ho voluto fortemente che questo libro uscisse in questo periodo: per cercare di dare speranza a chi lo leggerà. Non è una lettura pesante, anzi, a tratti diverte, ma è una lettura “vera”, perché ci sono emozioni, stati d’animo, sentimenti, prese di posizione, suggerimenti, voglia di vivere e paura. So che essere dall’altra parte della barricata non è facile, non è stato facile e, purtroppo, non sarà facile, ma qualcuno doveva farlo, doveva scrivere cosa si prova, cosa ci resta nell’anima, cosa ci si deve aspettare da una “semplice influenza” come in molti l’hanno definita.»

Parli per conoscenza dei fatti?

«Sì, purtroppo è così. Credetemi, non è una semplice influenza, non è solo una cosa che ti scalfisce il fisico, ma è mentale, ti entra nella mente e lì rimane per parecchio tempo. È come una goccia che cade sempre allo stesso punto. Ogni giorno, ogni notte. E così io per 30 giorni sono dovuto restare solo in una stanza, senza possibilità di uscire, tra le mie paure, le mie piccole gioie e i momenti di debolezza. Quando, poi, ho iniziato ad avere i sintomi più forti è arrivata anche la paura. Purtroppo si legge, si ascolta e ci si fa una opinione della malattia e, onestamente, quando il saturimetro arriva a 92 il tuo stato d’animo non è poi dei migliori e la mente inizia a viaggiare con la fantasia…»

A cosa vuoi arrivare con questo libro?

«Beh, spero che possa aiutare, chi lo legge, a capire cosa si prova a combattere con un inquilino non gradito affinché prenda le giuste precauzioni che ci stanno suggerendo da un anno a questa parte. Non è solo chi comanda che “deve” fare qualcosa, ma anche “noi”, noi che ogni giorno vorremmo tornare liberi, noi che ogni giorno crediamo di essere superman e che non ci potrà mai colpire, noi che della giornata amiamo solo la parte del divertimento, noi che non ci interessa, noi che sappiamo cosa fare. Allora cerchiamo di farci furbi e di seguire tre semplici regole: mascherina, distanziamento e non assembramenti.»

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