Assoluzione con formula piena per Casamassima e Rosati

GIUSTIZIA. Dopo anni di udienze, accuse e sofferenza, possono finalmente lasciarsi alle spalle questo incubo. Casamassima è il carabiniere che ha evitato l’archiviazione sulla terribile fine di Stefano Cucchi morto dopo un fermo per le percosse ricevute: per la morte di Stefano sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale dalla Corte di Assise di Roma i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.

Assoluzione con formula piena per Casamassima e Rosati

di Alessandra Ruffini e Daniele Ventura

Parlano gli avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi dello studio difensori di Riccardo Casamassima e Maria Rosati Assolti con formula piena dall’accusa di detenzione e spaccio di droga.

Finalmente giustizia è fatta per i carabinieri Riccardo Casamassima e Maria Rosati; si chiude oggi un processo che li vedeva imputati per un reato gravissimo e infamante per due appartenenti all’Arma.

Dopo anni di udienze, accuse e sofferenza, possono finalmente lasciarsi alle spalle questo incubo. Casamassima è il carabiniere che ha evitato l’archiviazione sulla terribile fine di Stefano Cucchi morto dopo un fermo per le percosse ricevute: per la morte di Stefano sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale dalla Corte di Assise di Roma i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.

Ma proprio dopo quella testimonianza per Riccardo Casamassima è iniziata una lunga serie di denunce e provvedimenti disciplinari a suo carico che, finalmente, stanno terminando nell’unico modo possibile: la piena assoluzione. Al fianco di Riccardo e Maria in questi anni difficili sono sempre rimasti gli avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi che, con tenacia e professionalità, hanno portato avanti la linea difensiva.

La verità spesso tarda a venire, ma è sempre più forte della menzogna e dei depistaggi.

Oggi è una grande giornata che rincuora tutti coloro i quali credono fermamente nella Giustizia e nello Stato di diritto.

Ecco il punto di vista degli avvocati Gasperini e Fabrizi: «Siamo molto soddisfatti, stanchi ma molto soddisfatti. In questa assoluzione ci abbiamo sempre creduto. Gli atti erano chiari, si trattava solo di fango gettato addosso a Casamassima e Rosati.

Sin dalle prime notizie abbiamo preso posizione, poi la conferma nella lettura degli atti e oggi la pietra tombale su questa macchina del fango. Casamassima e Rosati sono stati indagati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti che sarebbe avvenuto secondo la procura nel 2014 a seguito di un’intercettazione che è avvenuta su una persona che era sotto indagine per estorsione.

Gli imputati hanno scelto il rito abbreviato, quindi abbiamo acconsentito che il giudice conoscesse l’interezza di tutte le indagini che erano state acquisite e raccolte dalla Procura al fine di sostenere questa accusa che abbiamo sempre ritenuto “fantasiosa”, inconsistente. Oggi alle 12:45 è stato chiamato il processo poi terminato alle ore 19:00 nel corso del quale la Procura ha discusso per un’ ora e mezza, poi ci sono state le discussioni dei difensori a seguito delle quali il PM che aveva richiesto 3 anni di detenzione per Casamassima e 2 anni e 6 mesi per Rosati ha chiesto un rinvio per fare delle repliche. Noi non abbiamo prestato nessun consenso perché questo rinvio avrebbe protratto ancora questa agonia ai nostri assistiti. Il giudice pertanto, a seguito delle repliche del PM e delle conseguenti nostre, dove abbiamo ribadito la forzatura compiuta nel voler vedere in quella intercettazione una finalizzazione volta a provare l’accusa ai fini di spaccio e detenzione di una sostanza come la cocaina e il giudice, la dott.sa Della Monaca, si è ritirata in camera di consiglio e conoscendo già il fascicolo è uscita poco dopo emettendo una sentenza nel merito ai sensi del 530 primo comma e riservandosi la motivazione in 60 giorni.

Ovviamente i nostri assistiti alla lettura della sentenza e della totale assoluzione hanno pianto anche perché una ingiusta condanna li avrebbe visti domani mattina spogliati di quella divisa alla quale tanto tengono.»

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