CESARE: L'UOMO CHE CAMBIÒ ROMA

L'INTERVISTA. Abbiamo incontriamo Antonio De Cristofaro, autore del romanzo storico edito da Santinelli Editore.

CESARE: L'UOMO CHE CAMBIÒ ROMA

Siamo nel 74 a.C.: un giovane rampollo della famosa gens Iulia diventa ostaggio di alcuni pirati nel suo viaggio verso Rodi. Da lì parte la più famosa scalata sociale mai avvenuta: seguendo le gesta di Caio Giulio Cesare e ripercorrendo la sua vicenda umana, politica e militare fino alla sua tragica fine, potremo assistere alla storia di un Uomo che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del mondo occidentale.

Salve Antonio, benvenuto su WordNew.it! Siamo qui per conoscerti meglio e per parlare del tuo ultimo lavoro CESARE L'UOMO CHE CAMBIÒ ROMA. Come mai hai avuto lo stimolo di raccontare la storia di Gaio Giulio Cesare?

Perché sono un grande appassionato di storia. Inoltre, Cesare è uno dei miei miti, insieme ad Alessandro Magno e Napoleone Bonaparte forma la triade dei personaggi che mi hanno sempre affascinato fin da quando ero ragazzo.

Questo libro è dedicato a tutti gli uomini e alle donne che intendono lasciare una traccia del loro passaggio sulla terra! Tu quale traccia speri di lasciare?

Non oso pensare di lasciare una traccia del mio passaggio sulla terra, mi basterebbe che chi mi ha conosciuto ne serbi un buon ricordo. Mi piacerebbe che il loro commento fosse: Antonio ha pensato prima agli altri che a se stesso.

Cesare è Roma e Roma è Cesare?

Secondo la visione che ne ho avuto io leggendo e documentandomi, prima di affrontare la scrittura di questo libro su Gaio Giulio Cesare, mi sono formato l’idea che Cesare abbia fatto di tutto, nel corso della sua intera vita, per identificare la sua parabola con quella di Roma. Nella sua mente si era formata l’idea che tanto più grande sarebbe diventato lui tanto più grande sarebbe apparsa la stella di Roma.

Come sei riuscito a romanzare una storia di un personaggio tanto conosciuto e studiato da più di duemila anni?

Io ho scritto la storia di Giulio Cesare immedesimandomi in lui. Ho avuto l’ardire di scrivere la storia del più grande fra i romani in prima persona. Avendo letto tanto della sua vita, purtroppo non ho potuto leggere in latino o in greco i documenti esistenti che riguardano le vicende collegate alla sua ineguagliabile avventura umana, in quanto Io non conosco né il latino né il greco. Io mi sono messo nei suoi panni e ho provato a pensare come lui quando si è trovato a prendere decisioni difficili per arrivare là dove il destino lo chiamava. È stata anche per me, in un certo qual modo, una grande avventura, far parlare il personaggio che mi ha sempre ispirato pensieri di grandezza inimmaginabili. Per me è stato un grande divertimento, anche se molto faticoso, ci ho messo degli anni per documentarmi prima e poi scrivere quello che mi sgorgava dal cuore e mi fluiva nella mente per rendere molto fruibile il personaggio di cui ne stavo ritracciando la storia. Se poi sono riuscito a renderla interessante e non noiosa, visto che come mi chiedevi se ne scrive da più duemila anni non saprei, questo lo lascio decidere a chi avrà la voglia e la curiosità di leggere il libro.

Cosa hai provato durante la stesura del tuo romanzo? Come hai fatto a gestire i sentimenti forti che scaturiscono dal raccontare una storia così importante e coinvolgente?

Ho cercato di non farmi trascinare troppo dalla fantasia e dalla mia passione per Cesare. Mi sono attenuto ai fatti da me conosciuti, ovviamente, interpretando le decisioni da lui assunte secondo una mia personale interpretazione. Sicuramente non è stato facile mantenere quel giusto equilibrio tra storia e narrazione fantasiosa, spero di esserci riuscito, se non del tutto almeno in parte. Confido che la lettura del libro da parte dei lettori possa trasferire tutto il pathos che vi ho profuso io nello scrivere questo libro, al quale, in verità, io tengo molto.

Quanta libertà pensi che possa usare un romanziere scrivendo di argomenti storici?

Non ho una risposta univoca, penso che dipenda da cosa il romanziere voglia trasferire ai suoi lettori. Ci sono moltissime varianti per scrivere di eventi storici. L’importante è che sia chiaro al lettore da quale punto di vista si è messo l’autore per raccontare la storia. Una volta chiarito ciò, il narratore può spaziare come meglio gli aggrada.

Un romanzo storico può essere in un certo senso una sorta di riscrittura della Storia, secondo te?

Non credo che possa avere tale valenza, questo compito spetta agli storici di professione. L’autore di un romanzo storico può solo dare una sua interpretazione letteraria. Questo è i mio parere.

Ti sei laureato in Lingue e Letterature Straniere Moderne, indirizzo europeo. In seguito, ti sei trasferito a Milano dove inizi ad insegnare. Nel 2007 hai pubblicato “Vite spezzate, il sogno e la memoria”, che ottiene il terzo posto al Concorso Letterario Internazionale della città di Savona. Com’è stato questo ingresso nel mondo letterario?

A giudicare dal risultato, per quanto possano valere le valutazioni di un concorso letterario, direi buono, non me lo aspettavo. Certamente può essere incoraggiante, e nel mio caso lo fu certamente, tenuto anche conto che non ero proprio giovanissimo quando ho avuto l’ardire di pubblicare il mio primo libro. Posso dire che il discreto successo del primo lungo racconto mi è servito per spronarmi a scrivere un vero e proprio romanzo. Infatti, il mio secondo romanzo affrontò la storia del controverso personaggio di Lucrezia Borgia. Il romanzo è stato pubblicato in una seconda edizione riveduto e corretto con il titolo:” Lucrezia Borgia, duchessa di Ferrara”, edito dalla casa editrice Letteratura Alternativa Edizioni.

C’è un genere letterario che preferisci leggere, oltre il romanzo storico?

Leggo di tutto, sono un lettore onnivoro e convulsivo, posso dire quello che evito di leggere: i romanzi di pura fantasia e horror, per il resto non ho preclusioni per gli altri generi, ovviamente, i libri che trattano argomenti storici sono tra i miei favoriti.

Grazie Antonio per la tua disponibilità! C’è un messaggio che vorresti dare ai lettori di Word.News.it? E perché consiglieresti di leggere il tuo libro?

Il messaggio è quello di leggere, leggere, leggere. Leggere apre la mente e ci pone davanti mondi che non avremmo mai pensato che esistessero. Inoltre, leggere è un continuo confronto con se stessi, con il proprio mondo interiore e la propria visione del mondo. È un arricchimento culturale che solo la lettura consapevole può dare. Il mio libro è stato inteso per qualsiasi lettore che voglia saperne qualcosa di più sulla figura di Gaio Giulio Cesare. Non è stato pensato per degli specialisti della materia. Ho cercato di rendere la storia di Cesare alla portata di tutti. Pertanto, chi è amante dei romanzi storici potrebbe trovare interessante leggere il mio libro, spero che siano in tanti, anche dopo avere letto questa tua bella intervista.

 

CESARE. L'UOMO CHE CAMBIÒ ROMA è disponibile in libreria e sul sito della casa editrice: https://santellionline.it/products/cesare