Il governatore «basta Dad», studenti Liceo Marconi Pescara: «meglio da casa che lo spezzatino»

ABRUZZO/PRIMA PARTE. Nuovo anno scolastico ma problemi vecchi.

Il governatore «basta Dad», studenti Liceo Marconi Pescara: «meglio da casa che lo spezzatino»
fonte: pagina facebook comitato «Marconi Quo Vadis?»

«Lezioni in presenza, basta didattica a distanza» è stato l’augurio/annuncio del Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio (Fratelli d’Italia) per l’avvio del nuovo anno scolastico. «Rompere le catene della didattica a distanza è il primo step da raggiungere in questo nuovo anno scolastico» ha rafforzato il concetto l’assessore regionale all’istruzione Pietro Quaresimale della Lega.

In queste settimane sempre più si alza l’invocazione e la speranza del «ritorno alla normalità», della fine del periodo di emergenza pandemica. La scuola è considerata una delle frontiere di questo «ritorno». Mentre il personale scolastico continua a vivere l’incertezza di tutta la società, i cronici problemi del mondo scolastico, e resiste in plessi molto spesso con gravi e serie criticità, questo «ritorno alla normalità» è da oltre un anno terreno di scontro, propaganda e reciproci tentativi di delegittimazione da parte della politica. Se c’è una voce in tutto questo sconcertante balletto a cui non viene dato spazio è quello della comunità scolastica.

La cronaca pescarese ha registrato una nuova mobilitazione, in occasione del primo giorno di scuola, di studenti e professori del Liceo Marconi di Pescara. Una comunità che vive l’incertezza sul futuro della propria sede, la possibilità di essere spezzata su più sedi e di dover frequentare le lezioni anche in orario pomeridiano. Una scuola in presenza, certamente, ma ben diversa da come vissuta nella «normalità» scolastica. Nelle stesse ore del «basta didattica a distanza» di Marsilio e Quaresimale gli studenti hanno espresso l’intenzione di voler tornare a fare «didattica a distanza fino a quando non saranno ultimati» i lavori di ristrutturazione delle sedi nelle quali sono stati dirottati studenti, docenti e Ata dell’istituto di via Marino da Caramanico che sarà demolito e ricostruito. Una situazione che si potrebbe riassumere in «ancora non c’è normalità, ancora Dad». Duro l’attacco dell’Usb pubblico impiego: «l’anno scolastico inizia con un attacco al diritto allo studio».

Il Liceo Marconi di Pescara vive una situazione di incertezza dal momento in cui la Provincia di Pescara ha deciso di demolire la vecchia sede. Scelta contestata fino alla presentazione di un esposto da parte di insegnanti. È sorto un comitato che punta ad opporsi alle scelte della Provincia e a mantenere l’attuale plesso. «Marconi quo vadis?» è la pagina facebook su cui il comitato informa sulle mobilitazioni e aggiorna sull’evoluzione della situazione del liceo.

Un nome che sintetizza lo stato d’animo, il senso della mobilitazione e anche lo smarrimento che sta vivendo la comunità scolastica. Una pagina, hanno scritto i promotori, nata «da un’urgente necessità di chiarezza riguardo la collocazione dei 1500 studenti del Liceo statale G. Marconi di Pescara che a breve si troveranno senza una sede fisica a causa dell'imminente demolizione dell'edificio; la ricostruzione di una sede avveniristica era stata già decisa da tempo senza che però venissero affrontate concretamente le alternative transitorie per gli studenti frequentanti durante i lavori». Si è partiti, aggiungono, « da un primo momento nel quale addirittura si era ipotizzato il prolungamento della dad per scarsezza di fondi, all'attuale proposta di smembrare l'istituto in più sedi di fortuna disintegrando la comunità e purtroppo le proposte sono ancora vaghe ed imprecise».

L’emergenza pandemica ha «messo a dura prova la scuola , le famiglie, gli alunni, i docenti, i collaboratori scolastici» ricorda il comitato evidenziando che «tutti hanno diritto di avere certezze, per organizzarsi al meglio soprattutto perché non si può non sottolineare che il Marconi è una scuola di pendolari e la collocazione anche transitoria della sede può fare la differenza».

Nelle manifestazioni di questi mesi il comitato ha definito inaccettabile la proposta di smembramento della scuola su più sedi, sulla cui funzionalità sono stati espressi dubbi, e l’utilizzo di finanziamenti per una demolizione per la realizzazione di capannoni industriali.  E non per riqualificarla come i docenti affermano essere possibile. Al contrario dei tecnici provinciali secondo cui i materiali utilizzati per la costruzione, circa cinquanta anni fa, non permetterebbero di evitare la demolizione.

I primi giorni di ottobre dovrebbero registrare ulteriori novità, il comitato continua la mobilitazione. E nell’incertezza i mesi passano ma resta intatta la domanda: «Marconi quo vadis?»

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