Il mito della prestazione che opprime la libertà

L'OPINIONE. «Quanto maggiori sono il progresso e la perfezione tecnologica, tanto maggiore è l'inquadramento dell'uomo nel complicato processo economico-sociale.»

Il mito della prestazione che opprime la libertà
Foto di Yerson Retamal da Pixabay

La scelta di non guardare la televisione consente di fare altro. Per esempio leggere e pensare. Stasera mi sono chiesto perchè molti esseri umani, specie nei Paesi industrializzati, sono infelici.

Una delle ragioni consiste nella ricerca, talora nevrotica, della produttività e del successo ad ogni costo. La mentalità produttivistica rappresenta una seria minaccia per la vera umanità dell'uomo.
Si corre il rischio di perdere di vista i valori più alti e il senso complessivo della vita, nonché di essere stritolati dai meccanismi, dalle tecniche, dalle forze e dalle organizzazioni anonime che formano il tessuto del sistema produttivo.

Quanto maggiori sono il progresso e la perfezione tecnologica, tanto maggiore è l'inquadramento dell'uomo nel complicato processo economico-sociale.
Subentra il mito della prestazione che opprime la libertà, che impedisce la conquista della identità, che svuota il senso della esistenza e dell'io profondo.

Un modo possibile per uscirne è quello di prendere coscienza che nessuno si esaurisce nel lavoro, nella professione, nel ruolo sociale.
Che ciascuno di noi trascende tutto ciò.
Che siamo molto di più.
Che c'è un oltre.

Che dobbiamo fermarci e riflettere su noi stessi.