IL PRESEPE VIVENTE PIU’ LONGEVO DEL MOLISE

Appuntamento ad Agnone la sera del 24 dicembre con la 61^ edizione ideata dai due padri Cappuccini. Gli organizzatori: “Evento dall’alto significato”.

IL PRESEPE VIVENTE PIU’ LONGEVO DEL MOLISE

Torna il Presepe vivente più longevo del Molise. Giunto alla sua 61^ edizione, la Natività di Agnone, quest’anno avrà come tema la nascita di nostro Signore ai tempi del Covid-19. La rappresentazione, curata dal Cenacolo Culturale ‘Camillo Carlomagno’ e dalla compagnia teatrale ‘Le 4C’, si terrà nel rione Majella il 24 dicembre (ore 19,00) subito dopo la ‘Ndocciata della Tradizione’.

 

Il Presepe agnonese, nato alla fine degli ’50 dall’idea di due Cappuccini, il compianto padre Cipriano De Meo (vice-postulatore della causa di beatificazione di padre Matteo d’Agnone) e padre Aldo Parente, si caratterizza dalle altre natività per i temi di forte impatto sociale portati in scena. Tra tutti si ricordano le edizioni incentrate su femminicidio, emergenza clandestini, alluvionati, terremotati, malati di Aids, spopolamento.

 

Quest’anno, gli organizzatori hanno deciso di dedicare la manifestazione al personale e volontari impegnati in prima linea durante l’emergenza sanitaria.

 

A riguardo, le sacre scritture si intersecheranno con le testimonianze di infermieri, medici, Oss, volontari della Protezione civile e pazienti colpiti dal virus. I testi, ancora una volta, elaborati da Giorgio Marcovecchio, mentre la regia sarà affidata a Giuseppe De Martino, che si avvarrà della collaborazione artistica di Saverio La Gamba e Paola Patriarca. Le musiche di Roberto e Tancredi Carlomagno. Oltre 70 i figuranti che prenderanno parte allo spettacolo. Nelle vesti di Gesù Bambino il piccolo Francesco Tobia Petta venuto alla luce in piena pandemia.

 

«La Natività ai tempi del Covid-19 - afferma Giorgio Marcovecchiointende fare un parallelismo tra la pandemia e i grandi segni mandati da Dio agli uomini (diluvio universale e piaghe d’Egitto) per riportarli sulla retta via. Non punizioni ma prove cui l’essere umano viene sottoposto per una nuova conversione. Le testimonianze dirette di medici, infermieri, insegnanti, lavoratrici, volontari - conclude - dimostrano il coinvolgimento della società civile e la speranza in un nuovo domani».

 

Prima dell’inizio del Presepe vivente, prevista l’accensione di un albero di Natale - realizzato con materiale di scarto - impiantato in ricordo del secolare cedro del Libano al centro della villa comunale. L’iniziativa curata dall’Associazione ‘La Repubblica di Majella’.