Il prof. Nicolini ci svela tutta la verità su Antonio Stradivari

di Alfia Milazzo. Il saggio del professore Gualtiero Nicolini “Stradivari svelato. I documenti di bottega di Messer Antonio” (pubblicato quest’anno da Edizioni Romana Musica), ha il merito di ripercorrere la vicenda a partire dall’analisi del contesto storico in cui il tribunale di Bergamo emise la sentenza di falsità.

Il prof. Nicolini ci svela tutta la verità su Antonio Stradivari
Gualtiero Nicolini

Sulla figura del più grande maestro di liuteria di tutti i tempi, Antonio Stradivari di Cremona, ruotano a distanza 300 anni dalla morte, molteplici misteri insoluti: la data di nascita, per esempio, il matrimonio con una vedova, l’apprendistato nella bottega del maestro Amati, la provenienza degli strumenti da lui usati, il rapporto con i figli e tra i figli stessi, il numero di strumenti costruiti, i falsi, il destino delle sue ossa dopo la morte, andate disperse.

La risposta a questi interrogativi può sembrare una questione ristretta alla liuteria artistica. E invece essa riguarda la storia e la cultura italiana. Per far capire ai non esperti il valore culturale e artistico di Stradivari basta ricordare che gli strumenti più costosi al mondo portano la sua firma, tra cui la celebre Viola Stradivari Macdonald, battuta all’asta 45 milioni di dollari.

Di certo Stradivari per importanza si colloca allo stesso livello di grandi artisti italiani, quali Michelangelo, Leonardo da Vinci, Raffaello, Botticelli. Al fine di sciogliere tanti dubbi che circondano la vita di Stradivari, potrebbero dare un contributo notevole una serie di documenti, provenienti dal Fondo Bisiach, ritenuti falsi nel 1929, e oggi, dopo quasi un secolo, esaminati e giudicati autentici da Luciano Sassi, famoso restauratore di documenti cartacei. 

Il saggio del professore Gualtiero Nicolini “Stradivari svelato. I documenti di bottega di Messer Antonio” (pubblicato quest’anno da Edizioni Romana Musica), ha il merito di ripercorrere la vicenda a partire dall’analisi del contesto storico in cui il tribunale di Bergamo emise la sentenza di falsità. Tale decisione, secondo Nicolini, fu presa tenendo conto del danno di immagine che il Ras di Cremona, Farinacci, avrebbe ricevuto nel caso fosse stata riconosciuta la loro autenticità. Infatti nel 1927 il “Corriere della sera” pubblicò la notizia del ritrovamento nella bergamasca di documenti provenienti dalla bottega di Stradivari, sottolineando che erano stati venduti alla famiglia Bisiach senza neanche interpellare prima Cremona. Uno smacco a Farinacci che si aggiungeva alla crisi dei rapporti politici tra lui e il Duce, a causa del mancato scioglimento degli squadristi e della difesa di uno degli assassini di Matteotti da parte del Ras e in contrapposizione alle disposizioni di Mussolini. Così, quella che avrebbe potuto essere decisamente una questione di storia della liuteria cremonese, si trasformò di fatto in un “caso politico”, investendo equilibri di forze messe in pericolo da questioni estranee a Stradivari. Il caso giudiziario si aprì in un contesto di declino del Ras Farinacci, il quale per molti facinorosi restava il principale oppositore del Duce. Non solo. Il ritrovamento, ci avverte Nicolini, scombinò il programma che il Ras aveva ideato per festeggiare i 200 anni dalla morte del Maestro, progettati e realizzati 10 anni dopo. 

Il saggio di Nicolini dunque, seguendo anche le analisi attuali eseguite con mezzi tecnologici più sofisticati di quelli utilizzati nel ’29, ritiene originali i documenti del Fondo Bisiach nel suo complesso, pur ammettendo che una parte dei documenti esaminati dal Tribunale fosse effettivamente falsa. In particolare il professore Nicolini giudica autentica la biografia di Bonaventi, compresa la parte che riguarda il testamento di Stradivari che escludeva il figlio Omobono e nominava unico erede il figlio Francesco. Argutamente il prof. Nicolini smonta l’impalcatura messa in piedi dalla Commissione del tribunale punto per punto. Egli inoltre rileva che dalla falsificazione della biografia del Maestro non si sarebbe potuto ricavare grandi somme di denaro. Lo stesso si può dire dei biglietti di bottega, utili per ricostruirne le attività ma certo di scarso valore economico. E infine anche le stesse lettere di ordinativi, solleciti e ringraziamenti, possono avere, oggi come ieri, valore solo per gli storici di liuteria e non per i collezionisti. 

Il libro del prof. Nicolini è ricco di un corredo iconografico che riguarda le carte di Stradivari, esaminate dal dott. Sassi e spiegate dall’autore. Ciò rende quest’opera una pietra miliare nella storia della liuteria, ma anche, come accennavo all’inizio, della storia culturale del nostro Paese durante il Ventennio.

La storia dell’autenticità di questi documenti infatti offre un punto di osservazione attraverso il quale è possibile descrivere e chiarire quanto siano, spesso, ingiustamente e arbitrariamente legati i destini di personaggi dell’arte e della cultura a beghe politiche di effimera pochezza. Una lezione infinita che non trova accorti e saggi allievi tra chi detiene il potere, in ogni epoca. Una verità che va preservata da nequizie e da voraci manipolazioni.

Proprio come ha saputo fare, con generoso sapere e intelletto, il professore Nicolini in questo suo splendido saggio, rimuovendo polvere e velo alla storia del magnifico Stradivari.

Alfia Milazzo