«La politica è forse l'unica professione per la quale non si ritiene necessaria alcuna preparazione»

LA PAROLA AL SINDACATO. Tiene ancora banco l'annosa vertenza della Sata di Pozzilli. «Nel nostro Molise non esiste una classe politica degna di questo nome. E assistiamo alla desertificazione industriale e demografica di un territorio bellissimo abbandonato al suo destino.»

«La politica è forse l'unica professione per la quale non si ritiene necessaria alcuna preparazione»

«Dopo tre riunioni infruttuose con l’Assessore del Lavoro, in cui abbiamo insistito sulla necessità di chiedere l’intervento dell’Unità di Crisi del Ministero dello Sviluppo Economico per l’annosa vertenza della Sata Pozzilli con una richiesta formale controfirmata dal presidente della Regione, e dopo uno stressante pressing per avere una risposta, la risposta, per vie informali, è arrivata.» Inizia con queste parole lo sfogo di Leopoldo Di Filippo, Rsu Fiom Cgil Sata di Pozzilli. 

E quale risposta è arrivata? «La Regione Molise riesce a escogitare un sistema per togliersi la patata bollente di mano. Apprendiamo con vivo stupore che la richiesta di intervento all’Unita di Crisi del Mise deve farla direttamente l’azienda.
Un’azienda che non vuole più saperne di investire nel nostro territorio, che “vive alla giornata” come ci è stato detto nei vari incontri formali della nostra vertenza, dovrebbe avere interesse a fare una richiesta al MISE per salvaguardare l’occupazione nel nostro territorio. Molto più semplicemente chiude lo stabilimento e delocalizza le produzioni. O no?»

Ma chi dovrebbe intervenire per risolvere questa vertenza lavorativa? E' chiara la risposta del sindacalista Leopoldo Di Filippo: «Deve essere la politica a mettere in campo tutte le azioni per cercare di scongiurare il rischio delocalizzazione o chiusura. E’ la politica regionale che fa la richiesta d’intervento al Ministero per aprire un tavolo di confronto per vedere se a livello centrale esistono strumenti per cercare di incentivare l’azienda a continuare a investire nella nostra regione che continua a perdere abitanti.
Ma tant’è. Siamo noti per essere la regione che non esiste, ma in realtà nel nostro Molise non esiste una classe politica degna di questo nome. E assistiamo alla desertificazione industriale e demografica di un territorio bellissimo abbandonato al suo destino.»