L'amianto dopo oltre cinque mesi è sempre più deteriorato

VASTO/ Passano i mesi, gli anni e le stagioni e la piaga delle discariche abusive rimane perenne. Rifiuti si accumulano e dopo mesi dagli ultimi sopralluoghi ci ritroviamo a fotografare anche gli stessi rifiuti, presenti persino accanto a cassonetti della raccolta urbana. Segnalateci discariche abusive a redazione@wordnews.it, sarà nostra cura documentare e denunciare.

L'amianto dopo oltre cinque mesi è sempre più deteriorato

Siamo in pieno inverno, il freddo avvolge ogni cosa e anche le nostre membra – per quanto coperte da giacche pesanti, sciarpe e cappelli di lana – e l’estate è ormai lontana. Le alte e torride temperature, le fiamme degli incendi che anche nel 2021 hanno colpito e devastato l’Abruzzo e il vastese appaiono solo nei ricordi.

Vasto è stata pesantemente colpita lo scorso agosto per ben due volte, il 1° e l’8 agosto. La seconda volta la devastazione del fuoco avvolse la periferia sud della città, il giorno dopo documentandola fotografammo in via salce anche rifiuti in amianto già allora deteriorati.

Oltre quattro mesi dopo quelle tettoie sono ancora lì. Colpisce un particolare: ora appaiono praticamente bianche, hanno nettamente cambiato colore. Segno evidente ed inequivocabile che il processo di deterioramento è avanzato notevolmente

Un processo che abbiamo documentato in questi già in tre articoli in cui sottolineammo la pericolosità dell’amianto. «Diffuso per decenni anche nelle costruzioni (Vasto dovrebbe ricordare il dramma degli operai della SVOA che, per decenni, hanno lavorato immersi) e bandito dal 1992 perché cancerogeno – sottolineammo lo scorso 16 agosto - Le fibre dell’amianto decomposto e danneggiato sono tra i maggiori veicoli di pericolosità per i polmoni, tra le maggior cause dei tumori che l’amianto ha provocato».

Che ora quelle tettoie hanno addirittura cambiato nettamente colore rende plasticamente l’idea dell’attuale processo di deterioramento.

È passato da due settimane l’anniversario del primo esposto inviato, all’epoca dalle guardie ambientali del WWF, sulla perenne discarica abusiva di via Salce. Cinque anni fa. L’estate dell’anno prima era esploso un violento incendio, un mese e mezzo dopo quell’esposto un nuovo incendio (a cui ne seguì un altro nell’estate dello stesso anno) appestò l’aria per ore costringendo i residenti a tapparsi in casa con gravi difficoltà respiratorie e miasmi.

Quattro anni dopo è arrivato l’incendio dell’8 agosto 2021. La successione delle foto negli anni sgomenta e sconcerta, stanca la vista e il pensiero. Passano i mesi, le stagioni e gli anni ma le discariche abusive continuano ad assediare le periferie e la natura vastesi. Piaga che non trova ostacoli e regressione. In questi due anni abbiamo consumato il vocabolario della lingua italiana, trovandoci a ripetere con crescente stanchezza e sgomento una situazione che – come abbiamo sottolineato l’ultima volta due mesi fa – appare irrefrenabile, impunita, impossibile (ma possibile che sia così?

Può essere accettabile?

Per noi no, lì dove si puote i fatti rispondono da soli). Lo sgomento, lo sconcerto e la stanchezza aumentano constatando che, anche in quest’ultimo sopralluogo, ci siamo ritrovati a fotografare rifiuti già fotografati.

Uniche differenze: continuano a crescere e quelli che già c’erano si decompongono e deteriorano. Dalla statua rinvenuta la prima volta ad agosto ad alcune cassette con vetri, dagli scarti edili che ormai fungono quasi da asfalto della strada per loro abbondanza alla micro discarica intorno ai bidoni colorati per la raccolta dei rifiuti solidi urbani.

E bastano anche solo poche ore, l’obiettivo di uno smartphone e lo sguardo per constatare e documentare che quel che accade qui in via salce è tratto comune, piaga e vergogna di larga parte della periferia della città di Vasto. Segnalateci discariche abusive a redazione@wordnews.it, sarà nostra cura documentare e denunciare.

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