La rosa Bettina, il romanzo thriller di Maggie van der Toorn

Ma di cosa parla esattamente il libro? Lo chiediamo direttamente all’autrice in un’intervista in esclusiva per Wordnews.it.

La rosa Bettina, il romanzo thriller di Maggie van der Toorn
Maggie van der Toorn

L’ultima pubblicazione della casa editrice Ianieri Edizioni, o per meglio dire, la prima del mese di aprile è il romanzo di Maggie van der Toorn La rosa Bettina. Un thriller in cui psiche e delitto si intrecciano e si sfidano in un duello all’ultimo sangue. Ma di cosa parla esattamente il libro? Lo chiediamo direttamente all’autrice in un’intervista in esclusiva per Wordnews.it.

Maggie, da dove nasce l’idea di questo romanzo del titolo curioso La rosa Bettina?

«Ciao a tutti i lettori e grazie a voi di Wordnews.it per l’interesse nel mio lavoro! L’idea nasce proprio dal titolo perché tutto nel romanzo gira attorno alla rosa Bettina. È l’elemento chiave, sia come fiore, sia come metafora che sottolinea la sua bellezza e la sua rarità, oltre alla sua resistenza e la vigorosità. La narrazione, come le diverse nuance dei petali che vanno dall’arancione al giallo, riprende diverse sfumature di narrazione.»

Chi è o chi sono i personaggi principali?

«La protagonista è Eva Palermo, una trentatreenne, architetta romana che decide di realizzare il suo sogno acquistando una casa da ristrutturare in un piccolo Borgo sui colli del Lazio. Scopre che lì sono avvenuto degli omicidi, ma essendo determinata e anche un po’ testarda, si trasferisce ugualmente. Ma sono i muri a parlare, a trasmettere il vissuto, a penetrare nella sua mente e trascinarla in un’avventura più grande di lei. E trasferendosi nel Borgo conosce altre persone, come i vicini di casa, gente semplice, il maresciallo e sua moglie. Scavando nel passato della storia di quelle persone e del luogo incontrerà un personaggio losco, Pietro Battaglia, che le darà del filo da torcere.»  

Roma è la città che viene citata spesso nei tuoi libri. Come mai?

«Adoro l’Italia, tutta. Da quando mi sono trasferita dall’Olanda più di quarant’anni fa, ho piantato le mie radici nel Belpaese e mi sono identificata nella lingua e nella popolazione. Vivo in provincia di Rimini, una terra bellissima, molto accogliente di cui ho imparato a conoscere ogni singolo angolo, sapore e tradizione, e li amo alla follia. Tuttavia, la città eterna ha un’aria speciale, secolare, profonda. Si respira storia da ogni mattone. Inoltre, la mia avventura letteraria è partita proprio da lì perché nel 2011 ho vinto un concorso letterario e ho iniziato a collaborare con la casa editrice Giulio Perrone che mi ha aperto molte porte. Considero Roma la mia seconda casa e il trampolino da cui mi sono lanciata, e ne sono infinitamente sono grata.»

Si potrebbe considerare La rosa Bettina un romanzo composito?

«Assolutamente sì. Affronto più tematiche: il rapporto tra madre e figlia, il senso di colpa, il perdono, la capacità di accettare una sconfitta, di affrontare il pericolo, ma anche la determinazione di portare a termine un progetto. La protagonista scava dentro di sé costruendo un ponte tra fantasia e realtà, un esempio di come possiamo sempre imparare da noi stessi. In fondo, siamo circondati da insidie e bellezza in un gioco eterno di chiari e scuri, ma scoprire i nostri limiti e le nostre paure aiuta ad essere più consapevoli di ciò che abbiamo e ciò che possiamo essere.»

Ci sono due finali. Raccontaci un po’, perché questa scelta?

«Per chiudere il cerchio che durante la narrazione è stato aperto. Non bisogna lasciare in sospeso nulla, tutto deve avere un perché, e ho aperto il varco ad un eventuale seguito…»

Bene Maggie, ti facciamo un grosso in bocca al lupo! Dove possiamo trovare La Rosa Bettina?

«In libreria! Ma anche negli book shop online e sul sito della casa editrice https://www.ianieriedizioni.com/negozio/narrativa/forsythia/la-rosa-bettina/

Mi sto organizzando per le presentazioni online, e situazione Covid permettendo, sarò in Costiera Amalfitana, a Maiori, il 14 giungo, per partecipare al bellissimo festival del libro Incostieraamalfitana.it Non vedo l’ora!»

 

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