L'INTELLETTUALE VERO: UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Occorrono intellettuali veri, che siano liberi, dotati di forza morale, di spirito critico, di autonomia, di senso di responsabilità, di coraggio. Occorrono intellettuali che, oltre a cimentarsi nello studio, abbiano la voglia e trovino il tempo di confrontarsi in modo laico con la dura realtà quotidiana, con i problemi veri del Paese, con le ingiustizie, le disuguaglianze, i diritti negati».

L'INTELLETTUALE VERO: UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE



"Intelligere" in latino vuol dire comprendere, decifrare la realtà, talora anche anticipare i fatti prima che accadano. L'intellettuale è pertanto colui che è in grado di farlo.
Mi chiedo se ancora ne esistano.

Ne conosco molti che pontificano su tutto, che si compiacciono di sé stessi, autoreferenziali conversatori da salotto.

Magari sono abili affabulatori e non deludono il pubblico che li ascolta. Ma non praticano il dubbio e il pensiero critico. Quando parlano sentenziano.
Non conoscono la virtù dell'umiltà.

Sono revisionisti, opportunisti, vanesi, pronti a tutto pur di avere notorietà e calcare ogni tipo di palcoscenico. Ricercano incarichi lautamente remunerati, e magari fare carriera accademica.
Nutrono una passione sconfinata, ancestrale, per i ricchi ed i potenti, dei quali fanno a gara per diventare cortigiani.

E corrono ad arruolarsi, come mercenari, e talora come servi, sotto l'unica vera bandiera italiana, quella di una borghesia narcisista i cui ideali coincidono con i propri interessi.

Tuttavia il loro circuito di comunicazione resta limitato, circoscritto agli addetti ai lavori, ai loro pari.
Essi non sanno parlare alla stragrande maggioranza dei cittadini.

Alla fine risultano storicamente inutili. Occorrono intellettuali veri, che siano liberi, dotati di forza morale, di spirito critico, di autonomia, di senso di responsabilità, di coraggio.
Occorrono intellettuali che, oltre a cimentarsi nello studio, abbiano la voglia e trovino il tempo di confrontarsi in modo laico con la dura realtà quotidiana, con i problemi veri del Paese, con le ingiustizie, le disuguaglianze, i diritti negati.

Occorrono intellettuali che non abbiano certezze assolute, che sappiano leggere i segni dei tempi, che riescano a comunicarli a tutti per farli diventare patrimonio comune e diffuso di consapevolezza.
Questi intellettuali, rari, hanno un pregio: sono dentro la storia del loro tempo.
E, quasi sempre, sono profetici.

Uno degli ultimi fu Pier Paolo Pasolini.