Piazza Fontana, la Strage di Stato

BANCA NAZIONALE DELL'AGRICOLTURA, 12 dicembre 1969. Mattarella, Strage di Piazza Fontana: «Attacco feroce al popolo italiano, alla Repubblica, alla convivenza civile del Paese»

Piazza Fontana, la Strage di Stato

Venerdì 12 dicembre 1969

Alle ore 16:37, all'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano, esplode un ordigno di elevata potenza

Morti: 14

Feriti: 87

I morti saliranno a 16 (un mese dopo) e si assesterano a 17 (anni dopo).

A Milano, qualche ora dopo, partono le retate contro gli anarchici.

Pino Pinelli, già staffetta partigiana, ferroviere anarchico, storico dirigente del Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa, viene invitato dal commissario Luigi Calabresi (ufficio politico di Milano) a seguirlo in Questura.

Mattarella, Strage di Piazza Fontana: «Attacco feroce al popolo italiano, alla Repubblica, alla convivenza civile del Paese»

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«A Milano, in piazza Fontana, cinquantuno anni or sono, fu sferrato un attacco feroce al popolo italiano, alla Repubblica, alla convivenza civile del Paese.

Morirono persone inermi, le loro famiglie vennero gettate nel dolore, molti feriti portarono a lungo i segni di quel vile, sanguinario attentato.

Vite spezzate al cinico scopo di seminare paura, spingere la opinione pubblica a inseguire una sicurezza purchessia, sottrarre al popolo, con una spirale di violenza, la sovranità duramente conquistata con la lotta di Liberazione, azzerando il patto di cittadinanza che da essa ha avuto origine.

Fu tappa di quella strategia della tensione di matrice neofascista, alla quale si aggiunse ben presto il terrorismo sedicente rivoluzionario delle organizzazioni brigatiste rosse.

A vent’anni dalla Costituzione repubblicana la società italiana comprese che si trattava di un’aggressione alla nostra stessa civiltà, che erano in gioco i valori e i principi del patrimonio comune. Milano – con la sua concorde fermezza democratica - fu di esempio e divenne il paradigma della risposta civile.

La strage di piazza Fontana ha interpellato in maniera esigente l’identità della Repubblica, suscitando un’unità di popolo determinante per sconfiggere violenza, terrorismo, eversione.

Una riserva di valori etici che fu centrale e seppe porsi a fianco dei familiari delle vittime.

Il terrorismo tentò di inserirsi nelle fratture della società per disgregarne le basi: gli italiani non lo consentirono.

Lavorare per la coesione e la sicurezza, per il rispetto dei diritti dei cittadini, per il superamento dei divari, sono i doveri che avvertono, anche oggi, quanti, nelle istituzioni e nella società civile operano per la libertà e l’unione delle coscienze del nostro Paese».

  

NEI PROSSIMI GIORNI LO SPECIALE DEDICATO A PINO PINELLI (nella foto in basso), con l'INTERVISTA alla figlia Silvia. Per ricordare la staffetta partigiana, il ferrioviere anarchicoinnocente (accusato della Strage di Stato di Piazza Fontana), scaraventato dalla finestra del quarto piano della questura di Milano.  

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