«Viene messa in pericolo la vita dei cittadini mentre dentro il palazzo ci si balocca»

VOCI FUORI DAL CORO. Crisi di governo e avvento governo Draghi. Duro doppio affondo di Antonio Ingroia ed Azione Civile contro «l’indecente spettacolo» dei giochi di potere. Rifondazione Comunista: «non ci uniamo al coro» pro Draghi.

«Viene messa in pericolo la vita dei cittadini mentre dentro il palazzo ci si balocca»
fonte: Adn Kronos
«Viene messa in pericolo la vita dei cittadini mentre dentro il palazzo ci si balocca»

«Mentre in Italia si parla di Renzi il mondo parla del processo contro la ‘ndrangheta», così titolammo quasi un mese fa l’articolo in cui abbiamo ripreso l’approfondimento del Guardian sul processo Rinascita-Scott.

La bufera politica che ha interrotto l’esperienza del governo Conte2 e gli scontri tra Italia Viva e le altre componenti dell’allora maggioranza era ormai scatenata. Mentre milioni di italiani cercavano di capire come i figli sarebbero tornati a scuola, moltissime attività economiche cercavano di sopravvivere, la campagna vaccinale muoveva i primi passi tra speranze e primi gravi problemi, mentre appunto le mafie continuavano ad avvelenare, infiltrarsi, divorarsi interi settori economici, la cronaca era occupata dagli scontri tra i partiti di governo.

Un «indecente spettacolo che il popolo italiano è costretto a subire», che «offende ed indigna, inaccettabile e sconcertante» l’hanno definito Azione Civile e il suo presidente Antonio Ingroia.

«L’emergenza sanitaria, economica e sociale sta devastando il tessuto sociale ed economico del Paese, gettando nella disperazione e nell’impoverimento più drammatico milioni di italiani, non si vede nessuna vera luce e termine dell’angosciante pandemia» e i partiti di «quel palazzo che conferma ancora una volta la sua distanza siderale dall’Italia reale – il duro affondo - al posto di inginocchiarsi e scusarsi» per le gravissime responsabilità a livello nazionale e locali» hanno messo in scena  «l’ennesimo vergognoso teatrino della peggior politica politicante».

«Le mafie sono pronte ad accaparrarsi ogni risorsa economica possibile, stanno divorando interi settori economici, la loro carica eversiva ed anti-democratica è un pericolo sempre maggiore. Siamo in pericolo. Il Paese reale soffre, vive un dramma senza fine» sintetizzano Ingroia e il movimento l’attuale emergenza.

Posizioni ribadite in queste ore da Antonio Ingroia nella breve intervista che ci ha concesso. «Il problema non è essere pro o contro Draghi. Un professionista ed economista, prevalentemente uomo della finanza pubblica prima al Ministero del Tesoro e in Banca d’Italia e poi alla BCE, talvolta prendendo anche posizioni coraggiose a livello europeo come contro la politica di austerità fortemente penalizzante per il nostro Paese quando assunse una posizione favorevole a politiche espansive – premette Ingroia che definisce «stucchevole questo ennesimo dibattito attorno ad una o l’altra figura». L’ex pm e oggi avvocato sottolinea di non essere nostalgico dei governo Conte,  «a me non piaceva il governo Conte1 e neanche il governo Conte2» e definisce l’attuale nuova fase, la cui durata oggi non conosciamo, «frutto di beghe di potere all’interno di una maggioranza raccogliticcia e incomprensibile in cui si erano messi insieme i 5 Stelle e Renzi che se le sono date di santa ragione per anni e anni partendo da presunte posizioni ideali e di principi avverse che poi si sono poi addirittura incontrate formando un governo insieme».

«Lo scenario che si sta sviluppando – l’analisi di Antonio Ingroia - e che è l’unico che potrebbe sostenere un governo Draghi è un contesto filo europeista – mentre invece andrebbe alzata la bandiera contro l’Europa tiranna delle lobby finanziarie che ci hanno penalizzato – e in nome di un inciucio per tenere in piedi con una respirazione artificiale una legislatura ormai morente e che non è stata migliore della precedente sotto nessun profilo. Non è un caso che i primi a mettersi in fila per sostenere il governo Draghi sono stati Partito Democratico e Forza Italia, cioè i peggiori interpreti della Seconda Repubblica e che cercano di tenere in piedi questa Terza Repubblica. Peggiore della Seconda e anche della Prima. Terza Repubblica nella quale la democrazia è strozzata, il Parlamento è diventato luogo delle risse e non delle decisioni in nome della sovranità popolare».

Il presidente di Azione Civile evidenzia che «si sta preparando un governo di sistema nel quale staranno dentro tutti, persino quelli che dicevano di essere contro il sistema. Mi riferisco al Movimento 5 Stelle, cosiddetto “movimento fuori dal sistema” ed invece è ormai di sistema più di chiunque altro, e alla cosiddetta sinistra radicale che non ha più nulla né di sinistra né di radicale». Qualunque sia la formula con il quale sosterranno il futuro governo Draghi, «dalla partecipazione diretta con ministri di un governo politico al sostegno esterno di un governo cosiddetto di tecnici o all’astensione esterna ad un governo di minoranza», con il risultato che ci sarà «ancora una volta l’allontanamento irreversibile e totale della politica dall’interesse dei cittadini che soffrono quotidianamente una crisi senza precedenti. Una crisi economica, occupazionale e ovviamente sanitaria. Sotto entrambi i profili viene messa in pericolo la vita dei cittadini mentre dentro il palazzo ci si balocca con giochi di potere e di governo».

Davanti a questo scenario Ingroia conclude ribadendo la necessità di un’alternativa « politica e sociale per profonde riforme che rappresenterebbero autentiche rivoluzioni per il Paese». Necessaria per il «Paese reale che è lontano dai giochetti di palazzo di cui è espressione quest’ultimo esperimento politico, dove si troveranno probabilmente gomito a gomito a sostenere la stessa maggioranza». Una proposta ribadita anche nel recente comunicato di Azione Civile.

Da chi è «inchiodato alle proprie poltrone e non – purtroppo – alle proprie responsabilità non può venire nessuna speranza e alternativa. Sono state tutte tradite» il duro affondo del movimento politico. «L’unica vera alternativa» può venire solo dalle «forze sane del Paese, dalla parte generosa, solidale, civile, attiva nelle battaglie sociali e politiche più alte e nobili – quelle forze che non hanno nessuna cittadinanza e neanche col lanternino è possibile intravedere nei palazzi» costruendo un «Terzo Polo Costituzionale e Popolare» contro «questo Palazzo del Potere sempre più distante dai cittadini. Contro ogni forma di mafia e corruzione, per un’Italia più libera e sovrana, finalmente più Giusta e che sappia coniugare Sviluppo, Diritti, Lavoro, Libertà, Progresso e Legalità».

Al coro mediatico, politico e sociale di giubilo per l’avvento dell’ex dominus della Banca Centrale Europea, autore con Trichet della famosa lettera che segnò nel 2011 la vita politica italiana (e la segna ancora), non si unisce Rifondazione Comunista.

«Si tratta di un film già visto con Monti nel 2012 con conseguenze nefaste per milioni di italiani. Quali sarebbero le imprese di cui dovremmo ringraziare questo Superman? La troika? La svendita del patrimonio e dell’industria pubblica sul panfilo Britannia? Lo strangolamento della Grecia di Tsipras? Le letterine con cui ha ordinato all’Italia di tagliare la sanità e la scuola, di precarizzare il lavoro e abolire l’articolo 18. di fare la legge Fornero?» scrive il segretario nazionale Maurizio Acerbo. «Ridicolo che venga presentato come benefattore dell’umanità il banchiere centrale che, dopo aver lavorato per Goldman Sachs come Monti, ha lanciato l’austerity neoliberista dicendo che l’Europa non può permettersi il suo stato sociale – l’attacco dell’ex deputato, ex consigliere regionale abruzzese e comunale pescarese - Draghi è uno dei più intelligenti e preparati funzionari del capitalismo finanziarizzato globale. Che gli si consegnino le chiavi della Repubblica è la dimostrazione che il pilota automatico ha sostituito la Costituzione».

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