12 dicembre 1969: LA STRAGE DI STATO

PIAZZA FONTANA - I NOSTRI ARTICOLI. “In dicembre a Milano era caldo. Ma che caldo che caldo faceva”, risuona un famoso ritornello. Quel calore investirà un Paese intero, al centro di una infinita strategia della tensione, pianificata negli anni. Destabilizzare per stabilizzare. E per la strage di Piazza Fontana viene indiziato un anarchico, si chiama Giuseppe Pinelli.

12 dicembre 1969: LA STRAGE DI STATO

SPECIALE PINO PINELLI/Parte prima. L’Italia delle STRAGI e dei SEGRETI DI STATO, dicembre 1969.

L’INTERVISTA a Silvia Pinelli, la figlia della staffetta partigiana. Il ferroviere anarchico innocente, “precipitato” dal quarto piano della questura di Milano.

«Io e mia sorella (Claudia, nda) verso le 20:00 arriviamo a casa, contente, perché pensavamo che ci fosse nostro padre. Invece abbiamo trovato la casa completamente a soqquadro con i poliziotti che rovistavano dappertutto, che aprivano gli armadi e spacchettavano i regali che i nostri genitori avevano già comprato. Questo è il ricordo che noi abbiamo del 12 dicembre. Non ebbi neanche il coraggio di entrare, rimasi sulla soglia della porta a controllare lo sfacelo che vedevo.»

LEGGI LA PRIMA PARTE: https://www.wordnews.it/morte-poco-accidentale-di-un-anarchico

La ricostruzione: il manichino utilizzato per simulare la «caduta» di Pinelli dalla finestra dell'ufficio politico della questura di Milano

SPECIALE PINO PINELLI/Seconda parte. L’Italia delle STRAGI e dei SEGRETI DI STATO, dicembre 1969.

L’INTERVISTA a Silvia Pinelli, la figlia della staffetta partigiana. Il ferroviere anarchico innocente, “precipitato” dal quarto piano della questura di Milano.

«Sono 51 anni che chiediamo di sapere. Ci sono delle persone che sanno e che sono ancora vive. So che ha subìto tortura, so che è entrato vivo e ne è uscito morto, dal quarto piano dell’ufficio del commissario Calabresi. So che l’idea del “malore attivo” è un’ipotesi che non esiste. Sappiamo che nostro padre è stato ammazzato nel momento in cui è entrato in quella questura.»

LEGGI LA SECONDA PARTE: https://www.wordnews.it/uno-stato-che-non-ammette-di-aver-sbagliato-e-uno-stato-che-non-esiste

Pino Pinelli

 

LA LETTERA/TESTAMENTO DI PINO PINELLI

Indirizzata all’Anarchico Paolo Faccioli, accusato ingiustamente (insieme ad altri compagni) delle bombe alla Fiera di Milano del 25 aprile 1969.

 

Caro Paolo,

rispondo con ritardo alla tua, purtroppo tempo a disposizione per scrivere come vorrei ne ho poco; ma da come ti avrà spiegato tua madre ci vediamo molto spesso e ci teniamo al corrente di tutto. Spero che ora la situazione degli avvocati si sia chiarita.

Vorrei che tu continuassi a lavorare, non per il privilegio che si ottiene, ma per occupare la mente nelle interminabili ore; le ore di studio non ti sono certamente sufficienti per riempire la giornata.

Ho invitato i compagni di Trento a tenersi in contatto con quelli di Bolzano per evitare eventuali ripetizioni dei fatti.

L’anarchismo non è violenza, la rigettiamo, ma non vogliamo nemmeno subirla: essa è ragionamento e responsabilità e questo lo ammette anche la stampa borghese, ora speriamo che lo comprenda anche la magistratura.

Nessuno riesce a comprendere il comportamento dei magistrati nei vostri confronti. Siccome tua madre non vuole che invii soldi, vorrei inviarti libri, libri non politici (che me li renderebbero) così sono a chiederti se hai letto Spoon River, è uno dei classici della poesia americana, per altri libri dovresti darmi tu i titoli.

Qua fuori cerchiamo di fare del nostro meglio, tutti ti salutano e ti abbracciano, un abbraccio in particolare da me ed un presto vederci.

Tuo Pino.