6 giugno: i primi 80 anni dell'ANPI. L'iniziativa a Roma in Campidoglio

L'Associazione ha dato importanti e decisivi contributi al pieno sviluppo della democrazia anche nei momenti più drammatici e delicati.

6 giugno: i primi 80 anni dell'ANPI. L'iniziativa a Roma in Campidoglio


 

L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia compie 80 anni. Una lunga storia Partigiana e antifascista che si è strettamente intrecciata con quella della Repubblica.

L'Associazione ha dato importanti e decisivi contributi al pieno sviluppo della democrazia anche nei momenti più drammatici e delicati.

E per fare memoria attiva, è stata ideata e promossa, proprio per oggi, 6 giugno, una iniziativa centrale a Roma: alle 17.30 nell'Aula Giulio Cesare in Campidoglio, dove di fatto l'ANPI nacque nel 1944.

Si snoderà un RACCONTO, tra ieri e oggi, attraverso le voci di Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale, Aldo Tortorella (in video), Partigiano e componente della Presidenza onoraria, Francesco Filippi, storico, Claudia Cammarata, giovane Presidente della Sezione ANPI di Caltanissetta.

A introdurre e coordinare sarà Marina Pierlorenzi, Presidente dell'ANPI provinciale di Roma.


6 giugno 1944 – 6 giugno 2024

80 ANNI DI ANPI

La Resistenza continua

L'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, con i suoi 153.000 iscritti, è la più grande associazione partigiana attiva oggi in Italia.

Viene costituita il 6 giugno 1944 a Roma, mentre al Nord ancora si combatte l’occupazione nazifascista. Il 5 aprile 1945, il decreto luogotenenziale n. 224 le conferisce la qualifica di Ente morale e la dota di personalità giuridica, rendendola di fatto l’associazione ufficiale dei partigiani.

Con la liberazione d’Italia e la sconfitta del nazifascismo inizia la fase della ricostruzione. In attesa dell’elezione dell’Assemblea Costituente viene convocata la Consulta nazionale formata da rappresentanti dei partiti e delle organizzazioni antifasciste. L’ANPI vi nomina 16 membri.

Il 2 giugno 1946 le cittadine e i cittadini, chiamati alle urne, scelgono la Repubblica ed eleggono l’Assemblea Costituente. Risultano eletti, in gran parte, esponenti del mondo dell’antifascismo e personalità di spicco della lotta partigiana. L’ANPI partecipa al momento politico nazionale convocando il 1° Convegno Nazionale dei Partigiani d’Italia nel settembre 1946 e il 1° Congresso nazionale nel 1947 a Roma. Viene eletto Presidente Arrigo Boldrini, Bulow, e la sua carica verrà rinnovata fino al 2006. A cavallo degli anni '40 e '50 l’ANPI partecipa attivamente al movimento pacifista internazionale dei Partigiani della Pace, che ha fra i suoi obiettivi la cessazione della corsa agli armamenti e la proibizione delle armi atomiche. Negli anni 50 si registrano continui tentativi di delegittimazione della Resistenza, che portano ai processi di ben 830 partigiani.

L’ANPI fronteggia queste ostilità con forza, promuove Comitati di difesa dei valori della Resistenza, avvia una campagna nazionale di sostegno ai partigiani e chiede lo scioglimento del partito neofascista Movimento Sociale Italiano. Nel 1952 inizia la pubblicazione di “Patria Indipendente”, il giornale dell’Associazione, oggi www.patriaindipendente.it

L’anno successivo, con la proposta della cosiddetta “legge truffa”, che prefigura una svolta fortemente maggioritaria della rappresentanza parlamentare, l’ANPI partecipa alla campagna di opposizione con un ruolo determinante. Con la legge 285 del 1958 il Corpo Volontari della Libertà, la struttura di coordinamento militare della Resistenza, viene riconosciuto come “Corpo militare organizzato inquadrato nelle Forze armate dello Stato” e la sua bandiera viene insignita di Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Nel 1960 il governo Tambroni ottiene la fiducia grazie ai voti del Movimento Sociale Italiano, che nel luglio convoca il suo congresso a Genova, città medaglia d’oro della Resistenza. L’ANPI e la CGIL, alla testa di un ampio schieramento di forze antifasciste e democratiche, promuovono una enorme mobilitazione popolare che porta alle dimissioni del governo Tambroni. I fatti del luglio 1960 rappresentano uno dei passaggi più drammatici della storia repubblicana.

È sempre stato costante l’impegno internazionalista dell’ANPI per la libertà e la liberazione dei popoli, come durante la dittatura di Pinochet in Cile, il regime franchista in Spagna, la guerra in Vietnam, il conflitto israelo-palestinese.

Una delle più importanti battaglie negli anni '70 e '80 è quella contro lo stragismo fascista - piazza Fontana a Milano, piazza della Loggia a Brescia, il treno Italicus - e successivamente contro il terrorismo delle brigate rosse culminato con l’assassinio di Aldo Moro. Con la sua ferma denuncia, l’ANPI si mobilita contro l’uso della violenza, definito illegittimo, eversivo e criminale, “di chi vigliaccamente colpisce inermi cittadini per seminare sgomento e rovesciare le istituzioni conquistate con tanti sacrifici dal popolo italiano” (dal Convegno del 17 novembre 1977).

L’8 luglio 1978 Sandro Pertini, comandante partigiano e componente della presidenza onoraria dell’ANPI, viene eletto Presidente della Repubblica.

Negli anni successivi, l’ANPI esercita il ruolo di “coscienza civile democratica” affrontando le gravissime questioni nazionali che caratterizzano il periodo. Sono gli anni della loggia massonica P2, della corruzione politica e dell’intreccio tra terrorismo e criminalità organizzata. Le stragi mafiose scuotono il Paese.

Si assiste a un aggressivo tentativo di revisionismo storico politico mirato a denigrare sistematicamente la Resistenza. Con il congresso del 2006 e la storica modifica dell’articolo 23 dello Statuto, che apre le iscrizioni anche ai non partigiani, l’ANPI diventa “la casa di tutti gli antifascisti che credono nel valore della Costituzione”, e il principale canale di trasmissione tra le generazioni della memoria e i valori della Resistenza.

Nel 2008 si svolge la partecipatissima prima festa nazionale ANPI a Casa Cervi - ideata e gestita interamente dai giovani iscritti - sotto la Presidenza di Tino Casali e con il prezioso contributo organizzativo di Armando Cossutta, componente del Comitato nazionale. Il 2009, su impulso di Luciano Guerzoni, responsabile nazionale dell’organizzazione, vede l’apertura e il consolidamento dell’Associazione in tutte le province d’Italia. Sempre nel 2009, con il Presidente Raimondo Ricci, l’Associazione si oppone vittoriosamente al progetto di legge 1360 con cui il Governo intende equiparare ai partigiani i repubblichini di Salò.

Nel 2010 l’ANPI promuove, con la CGIL, la grande celebrazione del 1° maggio a Portella della Ginestra, che sottolinea l’unione fra antifascismo e legalità. È ancora nella memoria l’intervento del Presidente Raimondo Ricci.

Straordinarie e determinanti sono le mobilitazioni dell’ANPI contro i tentativi di stravolgimento della Carta Costituzionale, in particolare nei referendum nel 2006 e soprattutto nel 2016, anno che vede un enorme protagonismo dell’Associazione sotto la guida ferma e appassionata del Presidente Carlo Smuraglia. Escono poi pubblicazioni e nascono strumenti di conoscenza e approfondimento, come l’atlante delle stragi nazifasciste, www.straginazifasciste.it, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, su impulso di Carlo Smuraglia, e il “Memoriale della Resistenza italiana”, www.noipartigiani.it, con video-interviste alle partigiane e ai partigiani, curato da Gad Lerner e Laura Gnocchi con il decisivo sostegno della Presidente Carla Nespolo.

Il 24 febbraio 2018 oltre 100.000 persone scendono in piazza a Roma per la manifestazione nazionale “Mai più fascismi, mai più razzismi”, organizzata da associazioni e sindacati su iniziativa dell’ANPI guidata dalla Presidente Carla Nespolo. Con lei, inoltre, si diffonde la parola d’ordine “L’umanità al potere”.

Con l’attuale Presidenza di Gianfranco Pagliarulo, l’ANPI, nel segno della massima unità democratica, tiene la barra dritta della sua missione di valorizzazione della lotta partigiana, di piena attuazione della Costituzione, di contrasto radicale ad ogni forma di fascismo, di lotta radicale contro le guerre e il riarmo globale, di sostegno all’idea di un’Unione Europea profondamente riformata in senso democratico. A ciò corrisponde un’intensissima attività territoriale delle Sezioni in tutta Italia sui temi della memoria e dell’impegno civile. Oggi ci aspetta un periodo di lotta contro un “premierato” dal pessimo sapore autoritario e contro la cosiddetta autonomia differenziata delle Regioni, che nega l’universalità dei diritti e mette in discussione l’unità nazionale. Dunque, siamo ancora e sempre qui. Col dovere della Resistenza. Che continua.