A PROPOSITO DEL 25 APRILE

Gramsci fu messo in carcere fino alla morte. Matteotti e i fratelli Rosselli vennero assassinati. La libera stampa fu soppressa. I sindacati sciolti. I dissidenti politici confinati su isole lontane, analogamente agli omosessuali. 

A PROPOSITO DEL 25 APRILE

Evito, accuratamente, ogni retorica o slogan di propaganda. Sono sempre inutili. Desidero, invece, fare alcune considerazioni. Il regime fascista, che per 20 anni ha governato il nostro Paese, è stato un regime illiberale.
Qualche esempio, tra i tanti possibili.

Gramsci fu messo in carcere fino alla morte.
Matteotti e i fratelli Rosselli vennero assassinati.
La libera stampa fu soppressa.
I sindacati sciolti.
I dissidenti politici confinati su isole lontane, analogamente agli omosessuali 

Il potere legislativo divenne puramente formale, e quello esecutivo ebbe il potere di emanare direttamente le leggi e di controllare il potere giudiziario. Tra le norme approvate vi furono quelle razziali,
che determinarono un sostegno formale e sostanziale al nazismo.

I mezzi di comunicazione erano controllati dal regime.
Il regime fascista è stato sostenuto dalla monarchia di casa Savoia sino alla fine.
Credo che quanto detto sia verità storica e non opinione di parte. Caduti il fascismo e la monarchia gli italiani scelsero la Repubblica.
L'1 gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione Italiana.

Con essa vengono affermati valori e principi assolutamente antitetici a quelli del fascismo e, allo scopo di fugare ogni equivoco, venne approvata anche una disposizione finale, la XII, che statuisce quanto segue:

"È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista".

Tale disposizione ha carattere finale, in quanto conferisce al legislatore il potere-dovere di fissare sanzioni in caso di riorganizzazione del partito fascista. Ciò si è concretizzato nell'adozione delle leggi 20 giugno 1952 n.645, e 22 maggio 1975 n.152. I governi della Repubblica, come primo atto del loro insediamento, devono prestare il giuramento dinnanzi al Capo dello Stato.

Ogni ministro deve leggere la seguente formula:
"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione".  

Tra le leggi da osservare, quindi, oltre la Costituzione e la XII  disposizione finale, 
vi sono anche le due che ho sopra menzionato.

Detto questo, è bene ricordare che tale giuramento è stato fatto, diverse volte, sia dai ministri della Lega che da quelli di Alleanza Nazionale e Fratelli d'Italia quando sono stati al governo.
Lo hanno fatto, tra gli altri, Fini, Salvini e Meloni.

A questo punto, è lecito chiedersi: ne erano convinti o giuravano il falso?
Stando alle loro periodiche dichiarazioni propendo per la seconda ipotesi.

E chi giura il falso non può fare il ministro della Repubblica Italiana, perchè, sin dall'inizio, viene meno all'art.54 della Costituzione sulla quale giura, vale a dire il dovere di adempiere le proprie funzioni "con disciplina ed onore."

Su questo, credo, valga la pena riflettere