Mobilitazione per le dimissioni di Ignazio La Russa

Decine di migliaia di adesioni, che crescono costantemente, alla petizione lanciata dopo le dichiarazioni contro i partigiani del presidente del Senato.

Mobilitazione per le dimissioni di Ignazio La Russa

Le dichiarazioni di Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato nato dalla Resistenza antifascista, contro i partigiani e l’attentato di Via Rasella hanno scatenato polemiche e forte indignazione.

La radice politica di certi esponenti politici, la loro appartenenza ideologica, emerge costante. E, ormai da tanti anni, mentre i “democratici e progressisti” (o meglio, i supposti tali) del buon (s)governo continuano a baloccarsi l’Italia e l’Europa intera vedono montare maree nere.

Le destre estreme alzano la testa, rivendicano se stessi e provano a liquidare la Resistenza e l’antifascismo democratico. Continuano a gridare imperterriti che è inutile parlare di antifascismo, che è roba vecchia, che è Storia superata, da vecchi nostalgici fuori dal tempo.

“Coerentemente” loro, sempre perché certi argomenti sarebbero vecchi e antiquati, sbandierano nostalgia del ventennio e del fascismo. Creandone di nuovi, presentando senza nessuna remora e nessuna vergogna simboli e idee dell’estremismo nero degli Anni Settanta – quello della strategia della tensione e delle trame contro la democrazia e lo Stato in combutta con mafie, servizi segreti esteri e potentati italiani ed internazionali – o direttamente del ventennio.

Monta la marea nera, monta una «carica eversiva» da noi documentata e denunciata ripetutamente.

- L'eversione nera che vuole sfruttare l'emergenza sanitaria

- Le curve nere vogliono marciare su Roma

- Le curve nere e le responsabilità delle istituzioni del calcio

- Neofascismo e antifascismo, le chiacchiere stanno a zero

- Cerimonie per celebrare il coraggio dei partigiani. Ma restano i manifesti neofascisti

Squadristi tentano nuove «Marce» su Roma. Sui manifesti neofascisti a Vasto continua il silenzio

Dove eravate quando Fiore e Castellino facevano propaganda in città?

https://www.wordnews.it/dove-eravate-quando-fiore-e-castellino-facevano-propaganda-in-citta  

 

L’editoriale del nostro direttore Paolo De Chiara

I FASCISTI fuori dallo Stato

SECONDA CARICA FASCISTA DI UNO STATO ANTIFASCISTA. E le cazzate di La Russa, nientepopodimenochè Presidente del Senato, si inseriscono in questa vergognosa strategia di revisionismo storico. Non passerete su questo fronte. Non riuscirete a cambiare la storia di questo Paese.

https://www.wordnews.it/i-fascisti-fuori-dallo-stato

 

Rifondazione Comunista ha lanciato una petizione su change.org per chiederne le dimissioni. In pochissimi giorni migliaia le adesioni giunte che continuano a crescere costantemente. È possibile firmarla e far firmare da questo link: 

 https://www.change.org/p/il-presidente-del-senato-deve-dimettersi-dichiarazioni-incompatibili-con-incarico?recruiter=false&utm_source=share_petition&utm_campaign=psf_combo_share_initial&utm_medium=whatsapp&utm_content=washarecopy_35880728_it-IT%3A0&recruited_by_id=dce9a7e0-d12c-11ed-9cb9-ff8bd9773fca

Questo il testo.

Il presidente del Senato deve dimettersi.

Le sue esternazioni sulla Resistenza, in particolare sull'atto di Via Rasella, non sono riconducibili ad opinioni. Non sono nemmeno uno dei purtroppo assai diffusi momenti di revisionismo storico.

Sono un falso storico, la negazione di atti giudiziari, una offesa alla Resistenza e un inquinamento delle responsabilità storiche del fascismo e del nazismo.

Noi ci riconosciamo nelle affermazioni fatte dal Presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo.

Quanto affermato dal Presidente del Senato è incompatibile con la carica che ricopre.

Siamo certi che tale evidenza porterebbe in molti Paesi d'Europa alla sua immediata decadenza.

E sarebbe grave che ciò non avvenisse in Italia.

Questo appello, lanciato da

Elena Mazzoni, segretaria federazione Roma di Rifondazione Comunista 

Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista

 

 

UNA MENZOGNA CHE SI AGGIUNGE ALLA VERGOGNA

(di Raul Mordenti, da http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=53031)

Occorre smentire la menzogna che si aggiunge alla vergogna delle dichiarazioni di La Russa.

I giornali e le Tv di regime rilanciano con tutta la loro potenza di fuoco la menzogna che La Russa abbia chiesto scusa. Non è affatto vero. Si è limitato a dichiarare che si era sbagliato a non dire che i tedeschi uccisi “erano soldati nazisti, per me era ovvio.” Tutto qui. Nessuna richiesta di scuse.

E così i media del regime (praticamente tutti) spostano l’attenzione sulla balla secondaria di La Russa, cioè che quei tedeschi “non erano biechi nazisti delle SS, ma una banda musicale di semi-pensionati” (e dicendo questo La Russa mimava il gesto di chi suona una chitarra o un mandolino).

Ma la vera vergogna della dichiarazione di La Russa sta in ben altro: sta nell’aver definito (duettando col suo degno partner Pietro Senaldi di “Libero”) una pagina “tutt’altro che nobile” l’attacco militare partigiano alla colonna di soldati tedeschi, con le parole: “sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non“. Ha rilanciato così ancora una volta il falso che cerca di attribuire ai partigiani la responsabilità del massacro delle Fosse Ardeatine, un falso, un falso infame, smentito più volte dalle sentenze della Magistratura e dalle dichiarazioni degli stessi criminali tedeschi, e anche dal fatto incontestabile che l’annuncio tedesco fu dato a massacro già avvenuto (come dimostra il libro di Alessandro Portelli, ”L’ordine è già stato eseguito”, Donzelli, 1999), né esisteva alcun preavviso o precedente della feroce rappresaglia “dieci italiani per un tedesco”.

Questa menzogna della richiesta di scuse mai formulata si aggiunge dunque alla vergogna delle dichiarazioni del Presidente del Senato, né da lui potevamo aspettarci altro; così come dal Presidente del Consiglio in carica non potevamo aspettarci nulla di diverso dalla sua minimizzazione complice di definire tutto ciò una semplice “sgrammaticatura istituzionale”.

Piuttosto c’è un silenzio assordante, ed è quello di chi ha il compito di garantire la Costituzione.

Per spingere alla sola cosa giusta da fare, firmiamo e facciamo firmare l’appello per le dimssioni di La Russa collegandoci a:

https://chng.it/77HrTFPggJ

Inoltrate questa mail ai vostri contatti, pubblicate post sui vostri social invitando a firmare.

Per chi poi vuole sapere come è andata davvero la vicenda di Via Rasella, c’è da ascoltare la magistrale lezione di Alessandro Barbero che spiega i fatti e chiarisce tante imprecisioni, luoghi comuni e falsità su via Rasella:

https://www.youtube.com/watch?v=BM62adfs3gQ