Corruzione, 9 misure cautelari: “colpiti” Cesaro (senatore) e Pentangelo (deputato)

CASTELLAMMARE, «Operazione Olimpo 3». Per i due parlamentari l’esecuzione è stata sospesa. Ma per gli altri non è servita l’autorizzazione a procedere. Le accuse dalla corruzione propria al falso ideologico in atto pubblico, fino alla rivelazione di segreto di ufficio. L’operazione «Olimpo 3» è stata condotta dal personale della polizia di stato e della guardia di finanza. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura, nei confronti di imprenditori, funzionari pubblici e liberi professionisti.

Corruzione, 9 misure cautelari: “colpiti” Cesaro (senatore) e Pentangelo (deputato)
Luigi Cesaro

Con la richiesta della Procura di Torre Annunziata sono arrivate le misure cautelari: 9 in totale e riguardano Greco Adolfo, Elefante Antonio, Biondi Maurizio, Campitiello Vincenzo, Ciofalo Marcelo e Colavecchia Vincenzo (arresti domiciliari). Per Rega Angelica Annita è scattata la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

 

Le altre due ordinanze cautelari degli arresti domiciliari riguardano il Senatore della Repubblica Luigi Cesaro, in quota Forza Italia (meglio conosciuto come Giggino ‘a purpetta, già indicato da Cutolo, NCO, come suo autista) e l’Onorevole Antonio Pentangelo, sempre in quota Forza Italia. Per questi due l’esecuzione dell’ordinanza cautelare è stata sospesa. I due, come già detto, sono Parlamentari. È stata inoltrata la richiesta dell’autorizzazione a procedere alle Camere di appartenenza.

 

L’operazione «Olimpo 3» è stata condotta dal personale della polizia di stato e della guardia di finanza. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura, nei confronti di imprenditori, funzionari pubblici e liberi professionisti.

È stato notificato il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip sulle somme di denaro e di altri beni.

Un intreccio fatto di affari, politica, soldi, scambi di favori, promesse elettorali. Tutto, secondo gli investigatori, ruotava intorno ad un sistema corruttivo e affaristico.  

 

I REATI E LE INDAGINI

Si va dalla corruzione propria al falso ideologico in atto pubblico, fino alla rivelazione di segreto di ufficio.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata e sono state condotte dalla squadra Mobile della Questura di Napoli, dal commissariato di Castellammare di Stabia e dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Napoli.

Gli inquirenti hanno accertato «un ramificato sistema di corruzione di esponenti politici, regionali e nazionali, e di pubblici ufficiali posto in essere da Adolfo Greco, imprenditore stabiese, già destinatario il 5 dicembre del 2018 di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di estorsione aggravata e il 15 gennaio del 2019 di un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso esterno in associazione di stampo mafioso (clan dei casalesi, gruppo Zagaria)».

 

Le attività investigative sono state svolte anche attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali, installazione di impianti di videoripresa, attività di osservazione, pedinamento e controllo ed acquisizioni documentali.

È stata accertata «la pianificazione e la commissione, ad opera di Greco Adolfo, di una pluralità di reati di corruzione in relazione al progetto di riconversione del complesso industriale dismesso ex CIRIO sito in Castellamare di Stabia».

 

Nella nota inviata agli organi di informazione, si legge: «Greco, titolare, insieme a Polese Tobia (proprietario dell'hotel La Sonrisa di Sant' Antonio Abate), della Polgre Europa 2000 srl (società proprietaria dell'ex area industriale Cirio), dopo aver presentato al Comune di Castellamare di Stabia, sulla base di una relazione tecnica stilata dall'ingegnere Elefante Antonio (direttore tecnico della società di ingegneria SAEC srl), un progetto di recupero e riqualificazione dell'area, a seguito del decorso dei termini per l'esame della richiesta, aveva attivato la procedura prevista dall'art. 4 della legge regionale 19/2001 per la nomina di un commissario ad acta che, in sostituzione dell'ente rimasto inerte, avrebbe dovuto provvedere all'istruttoria e all'adozione del provvedimento conclusivo in merito alla richiesta di rilascio del permesso a costruire».

 

Le indagini «hanno consentito di acclarare che Greco, con la complicità di Polese e di Passarelli Giuseppe, amministratore unico della Passarelli spa, società che avrebbe dovuto realizzare i lavori, aveva in prima battuta tentato di ottenere la modifica della legge regionale 35/87 (PUT della costiera sorrentina-amalfitana) - ostativa alla realizzazione dell'intervento - accordandosi con il consigliere regionale Mario Casillo, capo gruppo del PD, affinchè intervenisse sugli esponenti di tale partito politico per il ritiro dei numerosi emendamenti proposti nel corso dell'iter modificativo della legge. In cambio di tale condotta, il Casillo, con la mediazione di lovino Gennaro, esponente politico stabiese del PD, chiedeva, in relazione a tale progetto di riconversione, l'affidamento dei lavori di impiantistica elettrica ad una ditta dallo stesso indicata».

 

«A seguito del fallimento di tale iniziale strategia, i medesimi soggetti, d'intesa con il tecnico di fiducia, ingegnere Antonio Elefante, mutavano referente politico e intervenivano sull'assetto normativo vincolistico vigente nella area ex Cirio, ottenendo la modifica della legge Regionale del 2009 ad opera del collegato alla legge di stabilità finanziaria del 2014 (l.r 16/2014 ), che prevede espressamente l'applicabilità delle norme premiali del cd. piano casa ai territori sottoposti ai vincoli di inedificabilità relativa, di natura paesaggistica, imposti dal PUT.

 

Sulla scorta di tali modifiche normative, Greco Adolfo, in considerazione delle resistenze manifestate dai funzionari dell'UTC del Comune di Castellammare di Stabia, otteneva da Antonio Pentangelo, quale vice Presidente della Provincia di Napoli, la nomina di un commissario ad acta, nella persona dell'architetto Maurizio Biondi, per il rilascio del permesso a costruire.

 

RAPPORTI E REGALI

Secondo gli inquirenti «il commissario Biondi era legato da uno stretto rapporto personale e professionale a Cesaro Luigi e al figlio di questi, con cui il Biondi condivideva lo studio professionale.

 

Quale corrispettivo di tale nomina pilotata, Greco Adolfo e Polese Tobia corrispondevano: a Pentangelo Antonio un orologio marca Rolex di ingente valore economico ed a Cesaro Luigi la somma in contanti di euro 10.000.

 

Greco inoltre interveniva sull'imprenditore Imperati Giuseppe affinchè questi concedesse in locazione al partito Forza Italia l'immobile sito in Napoli, piazza Bovio n° 8, da adibire a sede del partito, per un canone pari a 3000 euro in luogo della originaria richiesta di euro 5000 euro, e forniva altresì sostegno per la campagna elettorale regionale del 2015 al figlio di Cesaro Luigi».

 

«Al fine di ottenere il rilascio del permesso a costruire – scrive il Procuratore della Repubblica Pierpaolo Filippelli -, Greco, per il tramite dell'ing. Antonio Elefante, elargiva inoltre al commissario ad acta Maurizio Biondi la somma complessiva di euro 12.000 a fronte della quale otteneva l'adozione della determina commissariale di accoglimento del 13 aprile del 2016.

 

Dalle conversazioni intercettate emergeva che la somma consegnata da Greco all'ing. Elefante, destinata a Biondi Maurizio, ammontava complessivamente a 20.000 euro, e che Elefante rimetteva al Biondi "solo" 12,000 euro, trattenendo per sé la differenza».

 

«Le indagini hanno consentito di accertare altresì che il Greco si era reso autore di altre attività corruttive nei confronti di funzionari dell'Agenzia delle Entrate, Colavecchia Vincenzo e Ciofalo Marcello, incaricati di seguire la verifica fiscale per l'anno 2012 presso la sua azienda (C.I.L. srl) , nonché di Campitiello Vincenzo, estraneo al settore verifiche in quanto incardinato presso l'ufficio legale della medesima Direzione provinciale, ma legato da pregressi rapporti personali con l'imprenditore Greco, al quale preannunciava la notizia della imminente verifica fiscale e che si adoperava per coordinare l'operato dei funzionari addetti alla suddetta verifica, risultata "infedele" in quanto non corrispondente alle evidenze contabili».

 

Per quale corrispettivo? «I suddetti pubblici funzionari ricevevano da Greco Adolfo e Rega Angelina (moglie del Greco), che materialmente approntava la provvista, la somma in contanti di euro 30000 rinvenuta, all'interno di una borsa "24 ore" del Campitiello e materialmente consegnata dal Greco Adolfo all'interno degli uffici della sua società.

Al Campitiello sono contestati anche reati di falso ideologico in atto pubblico, avendo attestato falsamente la sua presenza dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale della Campania, con sede di Napoli, nei giorni e nelle ore in cui in realtà si trovava presso la sede della CIL in Castellammare di Stabia».

 

TRAFFICO DI INFLUENZE

«Le condotte ascritte a Casillo Mario, Iovino Gennaro e Passarelli Giuseppe, inerenti alla modifica della legge regionale n. 35/87 (PUT), sebbene ritenute sussistenti dal GIP, sono state qualificate quale reato di traffico di influenze illecite, fattispecie per la quale (come prevista all'epoca dei fatti) non è consentita l'emissione di misure cautelari»