Dove sta andando il nostro Pianeta?

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Una volta, nel secolo scorso, c'era la sinistra. Oggi la ritengo un ricordo per il libri di storia. Ma non credo che sia questo il vero problema.»

Dove sta andando il nostro Pianeta?

Il fatto drammatico è che da molti anni è morta la Politica, una Politica costruita attorno a valori ben definiti, e che ponga l'essere umano al centro di ogni progetto di progresso e di sviluppo.
Periodicamente le Nazioni Unite pubblicano il Rapporto sul Programma per lo Sviluppo, ma pochi lo conoscono. In ogni caso rimane lettera morta, ad uso solo degli studiosi 

Alcuni dati.
Migliaia di persone muoiono ogni giorno per mancanza di acqua potabile. Oltre 2 miliardi non hanno la luce.
Quasi 3 miliardi non hanno le fogne. Circa 11 milioni muoiono ogni anno perché denutriti, tra essi molti bambini al di sotto dei 5 anni. Oltre 100 milioni di minori non sanno che esiste la scuola.
Il 18% della popolazione mondiale dispone dell'83% del reddito complessivo, mentre l'82% si spartisce il restante 17%.

Riferisce il Rapporto che "l'estrema povertà potrebbe essere sradicata con una spesa di 80 miliardi di dollari l'anno, cioè meno del patrimonio netto accumulato dalle 7 persone più ricche del mondo".

Cito ancora in stralcio: "Il fatto di maggior rilievo, del quale ognuno deve prendere coscienza, è che la questione sociale ha acquistato dimensione mondiale. I popoli ricchi godono di una crescita rapida, mentre lento è il ritmo di sviluppo di quelli poveri.
Aumenta lo squilibrio e aumentano le disuguaglianze, non solo nel godimento dei beni ma ancora più nell'esercizio del potere.
Mentre un'oligarchia gode di una civiltà raffinata, il resto della popolazione, povera e dispersa, è privata pressoché da ogni possibilità d'iniziativa personale e di responsabilità, e spesso anche costretta a condizioni di vita e di lavoro indegne della persona umana".
Questo lo scrive l'ONU.

Altra citazione: "Si è instaurato un sistema che considera il profitto come motore essenziale del progresso economico, la concorrenza come legge suprema, la proprietà privata dei mezzi di produzione come un diritto assoluto, senza limiti né obblighi sociali corrispondenti.
Tale liberalismo senza freno conduce alla dittatura come generatrice dell'imperialismo internazionale del denaro.

Non si condanneranno mai abbastanza simili abusi, ricordando che l'economia è a servizio dell'uomo".
Non è un brano di Carlo Marx, è tratto dall'Enciclica "Populorum Progressio" del Papa Paolo VI.

Ultima citazione, per completezza: "È entrata in crisi la stessa concezione economica o economicista legata al vocabolo sviluppo. Effettivamente, oggi si comprende meglio che la mera accumulazione di beni e servizi a favore della maggioranza non realizza la felicità di tutti gli uomini".

Anche in questo caso non si si tratta di un comunista, ma del pensiero di Papa Giovanni Paolo II, tratto dall'Enciclica "Sollecitudo Rei Socialis". Per il momento non aggiungo altro. Solo alcuni interrogativi.

Dove sta andando il nostro Pianeta?
Quale significato hanno, in tale contesto, parole come democrazia, libertà, giustizia sociale?
Dov'è finita la Politica, quella autentica, che dovrebbe occuparsi di questi temi e fornire risposte?