Giornata della memoria: San Giuliano di Puglia, 18 anni dopo

CROLLO DELLA SCUOLA "JOVINE": la tragedia in cui persero la vita 27 bambini e la loro maestra nel crollo della scuola elementare del paese. Era il 31ottobre 2002.

Giornata della memoria: San Giuliano di Puglia, 18 anni dopo
Le macerie della scuola crollata (ph Il Fatto Quotidiano)

SAN GIULIANO DI PUGLIA (Molise). Sono passati diciotto anni da quel 31 ottobre 2002. Quel maledetto terremoto che colpì il Molise - ferendolo profondamente - è ancora vivo nel ricordo di tutti. Una scuola crollata sulla vita di 27 bambini e della loro maestra. Angeli morti per colpa dell'uomo e non per la «natura matrigna».

Ogni anno, forse anche ipocritamente, si continua a ricordare. E' giusto ricordare quel giorno. Ma cosa è stato fatto da quel giorno? Dopo 18 anni qual è lo stato di sicurezza delle scuole molisane e italiane? Qualcosa, forse, è cambiato. Ma i problemi della sicurezza restano. Ricordare significa anche non ripetere gli stessi errori del passato.

Pubblichiamo gli interventi giunti in redazione:

Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere”.

Nelle parole del premio Nobel José Saramago trovo il senso di questa giornata che da 18 anni ci vede stretti nel ricordo di 27 bambini e della loro maestra, vittime di un mondo che troppo spesso non trova il tempo di fermarsi a riflettere sui propri errori, errori che lasciano ai posteri pesanti conti da pagare.

Quel maledetto 31 ottobre, San Giuliano di Puglia e l’intero Molise hanno perso un pezzo del proprio futuro.

Il crollo della scuola Jovine rappresenta uno spartiacque: da quel momento in poi la nostra regione ha iniziato il suo tortuoso percorso per dimostrare, appunto, di meritare di esistere. Uno sforzo che dobbiamo ai bambini di San Giuliano, che sono stati ingiustamente privati di un futuro. Un dovere morale nei confronti delle loro famiglie, ma anche dei loro compagni di scuola sopravvissuti al crollo. È in loro che dobbiamo trovare, ogni giorno, la determinazione per far sì che una simile tragedia non si ripeta.

Penso a Veronica D’Ascenzo che, sopravvissuta al crollo della sua scuola, è diventata testimonial della sicurezza scolastica. Ma anche simbolo di come un evento traumatico possa essere trasformato in una missione di vita.
Un anno fa Veronica si è laureata in Scienze della Formazione primaria, con una tesi sui bambini con danni post traumatici da stress, e oggi è diventata maestra. “Il suo è un messaggio di cultura, d’amore e di speranza nel solco della sicurezza scolastica di cui è testimonial con la vita”: ne parla così la mamma Rachele, insegnante anche lei.

Oppure penso a Pompeo Barbieri grande esempio di reazione alle avversità, esempio di impegno, di resilienza. Anche da lui abbiamo tanto da imparare perché l’incubo del crollo non è bastato a minare la sua forza di volontà e oggi è ingegnere informatico e campione di nuoto paraolimpico.

Due persone, un ragazzo e una ragazza, due esempi che riempiono d’orgoglio l’intero Molise, perché per onorare davvero le vittime del terremoto di San Giuliano, per disegnare un futuro diverso da un passato drammatico, non si può che partire da loro.

La memoria, da sola, non basta. È il punto di partenza, non può essere il punto d’arrivo. È infatti necessario, agire, fare, concretizzare gli insegnamenti del passato.

Oggi, a distanza di tanti anni, ci troviamo ancora a discutere di sicurezza degli edifici scolastici e quest’anno la pandemia ci costringe a declinare questo concetto di sicurezza sotto altre forme, per tutti noi drammaticamente nuove. La scuola ha nella sua natura il carattere di apertura, di socialità, di dialogo tra persone, fianco a fianco, aspetti messi in pericolo dalla pandemia.

Ma proprio come Veronica e Pompeo, come loro ci hanno insegnato, anche le istituzioni hanno il dovere di non lasciarsi sopraffare dagli eventi, ma di reagire e rendere le difficoltà, opportunità di crescita. E allora la pandemia può divenire momento di rilancio.

Dopo anni di tagli al comparto, è questo il tempo degli investimenti, prima di tutto sulla sicurezza: quella delle strutture, prima di tutto. Perché la scuola deve essere un luogo sicuro, per i nostri figli e per tutto il personale che ci lavora. Per questo bisogna puntare su un piano pluriennale di efficientamento energetico e adeguamento strutturale degli edifici, che contempli anche nuove costruzioni. Obiettivi principali sono la sicurezza e la sostenibilità ambientale certo, ma importante sarà anche rinnovare gli spazi per renderli adeguati a una didattica altrettanto rinnovata e innovativa. Perché realizzare edifici pensati esclusivamente per la didattica significa imprimere una svolta nel modo di insegnare e creare un nuovo modello di scuola, per il quale deve essere centrale la transizione al digitale.

Un’altra opportunità è quella di rendere la scuola più inclusiva, per coinvolgere di più e meglio studenti e studentesse con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento, mettendo in relazione e in comunicazione le scuole e le istituzioni.

Ma la pandemia impone anche la sicurezza come tutela della salute. In questo senso bisogna valorizzare il personale scolastico, garantire qualità ed innovazione al servizio formativo attraverso percorsi di formazione permanente e obbligatoria. Gli eventi degli ultimi mesi hanno dimostrato come sia indispensabile investire sulla formazione di tutto il personale scolastico, senza eccezioni, per rispondere in maniera sempre più adeguata e coerente alle esigenze di innovazione digitale.

Negli ultimi anni il settore scolastico ha subìto tagli per 8,5 miliardi di euro, mentre solo quest’anno sono stati investiti sulle nostre scuole 7 miliardi. Ancora non basta, sembra assurdo ma è così. Per questo sarà importante l’arrivo delle risorse dall’Europa e sarà ancor più importante il loro utilizzo per garantire un futuro migliore, più sicuro, più sostenibile, alle nuove generazioni.

In definitiva abbiamo la grande responsabilità di garantire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi un’istruzione sempre migliore, sempre più all’avanguardia, garantendo loro i migliori strumenti possibili per conoscere il mondo e viverlo, ciascuno a proprio modo.

Ecco, il punto: la scuola deve saper avviare alla vita. Impegnarsi, tutti insieme, per raggiungere questo obbiettivo è l’unico modo per rendere omaggio ai 27 angeli di San Giuliano e alla loro maestra. E, forse, lo spero con tutto il cuore, è anche l’unico modo per tentare di lenire il dolore delle loro famiglie.

Angelo Primiani, gruppo consiliare Movimento 5 Stelle Molise

Sono trascorsi 18 anni da quel terribile giorno che segnò per sempre un solco profondo nella storia del Molise.  Il 31 ottobre nel cuore di ogni molisano si riaccende il dolore e lo sconcerto per una ferita mai rimarginata che ha sconvolto la vita di tutti noi. Un giorno che non dovrà mai restare orfano di Memoria. E non parlo di una ricorrenza nella quale possa trovare spazio la retorica. Mi riferisco, invece, a una commemorazione che, oltre a unirci nel ricordo e nella preghiera per i 27 angeli e la loro maestra le cui vite furono spezzate sotto le macerie della scuola di San Giuliano di Puglia, sappia per tutti noi tramutarsi in sprono per fare sempre di più e meglio per garantire la sicurezza.

Quante volte, negli ultimi mesi, abbiamo pronunciato questa parola? Tante. Decisamente troppe. Questa dolorosa ricorrenza, celebrata quest'anno nel pieno di una seconda ondata della pandemia, fa più male del solito. Aggiunge dolore al dolore e ci ricorda che troppe volte il nostro impegno per proteggere gli altri non è bastato. Non è bastato quando le immagini delle macerie della scuola Jovine hanno distrutto per sempre i sogni, le speranze e il futuro di un'intera comunità. Quando quelle stesse macerie hanno spezzato la vita di intere famiglie che, alle 11,32 di quel terribile giorno, hanno perso per sempre i loro affetti più cari.

Un ricordo, quello che oggi celebriamo in quest'anno così doloroso, che chiama ognuno di noi a fare la propria parte. A fare di più in termini di sicurezza nelle scuole. Un concetto quest'ultimo a cui, proprio in questo anno così difficile, abbiamo dovuto imparare ad attribuire un nuovo significato collegandolo a un virus invisibile e pericoloso come il Covid. Un nuovo senso riferito alla sicurezza a cui dover guardare con uno sguardo più ampio e che oggi ci chiede di fare tutto il possibile affinché questo nemico insidioso possa non arrivare tra i banchi. 

In questo senso, anche la prevenzione acquisisce una nuova declinazione che, ormai sappiamo bene, deve necessariamente essere accompagnata alla rapidità di azione nel caso di blocchi causati dai contagi. Al pari dell’edilizia scolastica, anche questo nuovo significato della parola sicurezza, chiama amministratori e istituzioni a farsi garanti e induce ogni singolo cittadino a restare vigile ed essere sentinella. 

Come noi molisani abbiamo avuto modo di imparare a nostre spese, l'impegno in nome della sicurezza è inoltre legato anche a un'altra parola: ricostruzione. Significativa per tutti noi. Un termine, il cui concetto è attualmente amplificato dalle enormi difficoltà a cui il comparto edile si trova a fronteggiare. Problematiche serie alle quali i nuovi provvedimenti a livello nazionale vogliono fare fronte con una duplice finalità: la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare italiano e la ripresa del settore.

In questo senso, degno di nota il lavoro del Commissario alla Ricostruzione dei territori colpiti dal sisma 2016, Giovanni Legnini, che ha operato per il rafforzamento dell'Eco e del Sismabonus, così come per le altre importanti misure di sostegno allo sviluppo dell'economia del cratere. Il Decreto Rilancio prevede, infatti, un forte impulso ai cantieri. Ma se a livello nazionale resta saldo l'impegno in questa direzione, non posso non accogliere e farmi portavoce dell’appello che arriva dagli edili del Molise che, a gran voce, chiedono di far rientrare nelle agevolazioni anche il terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002 e quello dell’agosto 2018.

La legge di conversione del decreto Agosto ha, infatti, innalzato del 50% i tetti delle spese ammissibili per Eco e Sismabonus nelle aree del Centro Italia e, quindi, per i territori colpiti dagli eventi sismici del 2016, 2017 e del 2009, in alternativa al contributo per la ricostruzione. Lo stesso accade per il cosiddetto Superbonus o detrazione potenziata al 110% del Decreto Rilancio, valida per i centri colpiti dagli eventi sismici a far data dal 24 agosto 2016.

Raccogliendo le istanze provenienti dal Molise e da un settore che nella nostra regione è, ormai da tempo allo stremo, intendo farmi portavoce della richiesta già avanzata da alcune associazioni di categoria come l’Acem–Ance ma sulla quale, da diversi fronti c'è già una condivisione di intenti che arriva anche dai cittadini che potrebbero usufruire delle agevolazioni.

La mia richiesta sarà, quindi, finalizzata a far sì che le nuove disposizioni possano ricomprendere anche i terremoti che hanno riguardato la nostra regione. Quello del 2018 e quello del 2002 che, purtroppo, lo richiede perché molto è ancora fermo. Come se il sisma non fosse avvenuto ben 18 anni. E credo che anche questo 'serva' in una giornata di commemorazione come questa. Perché, proprio dinanzi a quelle immagini che oggi ci feriscono come allora, resta compito della Memoria dover indirizzare le nostre azioni. Presenti e future.

Micaela Fanelli, capogruppo PD in consiglio regionale

Sono passati 18 anni da quel terribile giorno, quando il Molise si è piegato piangendo i suoi figli: 27 bambini e la loro insegnante, vittime del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia a seguito del sisma che interessò buona parte della regione. Una ferita insanabile, una tragedia che ha portato via una intera generazione e che, da allora, ha segnato la coscienza di ciascuno.
“Oggi si celebra la giornata della memoria, per non dimenticare quell’immane tragedia e per non
smettere mai di esigere luoghi sicuri. È ormai una priorità avere istituti scolastici antisismici, perché non si pianga più alcun figlio, alcun caro. È, inoltre, fondamentale affidarsi a professionisti competenti perché si
continui a ricostruire, o ad adeguare le strutture già esistenti, con efficienza. Un appello anche alle
istituzioni: non ci si perda nei cavilli burocratici del sistema e si accelerino gli interventi, vigilando
costantemente sugli stessi”.
Nella speranza che mai più si verifichino fatti simili, l’intera Confederazione commemora oggi
quegli angeli e la loro maestra.

Riccardo Ricciardi, presidente ConfProfessionisti Molise