Gli strumenti di crudeltà legale usati negli allevamenti

10 dicembre, Giornata Internazionale dei Diritti degli Animali.

Gli strumenti di crudeltà legale usati negli allevamenti

Il 10 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti degli Animali, attivisti e volontari di Animal Equality si troveranno all’Arco della Pace di Milano dalle ore 12:00 alle ore 13:30 per mostrare al pubblico gli strumenti crudeli, ma legali, utilizzati negli allevamenti e che provocano sofferenze estreme sugli animali.

Tra gli strumenti che verranno esposti all’interno di alcune teche ci saranno pinze per la castrazione e per il taglio della coda dei maialini, imbuti per l’alimentazione forzata, strumenti per la mungitura e ganci a cui, nei macelli, vengono appesi polli e galline. Durante lo svolgimento della manifestazione, il team di Animal Equality prenderà inoltre la parola per raccontare quali maltrattamenti avvengono regolarmente all’interno dell’industria zootecnica.

Ogni anno nel mondo circa 100 miliardi di animali, tra mucche, maiali e galline, vengono allevati e uccisi dall’industria alimentare, senza contare i 111 miliardi di pesci allevati ogni anno dall’industria ittica. Sfruttati fin dalla nascita, maiali, galline e conigli spesso trascorrono la loro intera esistenza rinchiusi in gabbie così piccole da impedire loro i movimenti più naturali. 70 miliardi di polli allevati per la loro carne vivono inoltre stipati in capannoni sovraffollati, vittime dei loro stessi corpi selezionati geneticamente per crescere a dismisura. Le mucche, allevate per produrre latte, sono invece sfruttate nel corso di cicli continui ed estenuanti di gravidanze forzate e allontanate dai loro vitelli subito dopo il parto.

I dati globali sulle condizioni all’interno degli allevamenti intensivi sono difficili da trovare anche perché costituiscono non una semplice forma di guadagno ma ottima occasione di profitto per la criminalità organizzata.

Stando all’interessante ricerca contenuta nell’articolo pubblicato da Hannah Ritchie lo scorso 25 settembre su Il nostro mondo nei dati https://ourworldindata.org/ si stima che tre quarti – il 74% – del bestiame terrestre sia allevato in fabbrica. 

Il totale in un dato anno sarebbe molte volte superiore. Sappiamo, ad esempio, che ogni anno vengono macellati circa 70 miliardi di polli. Più di tre quarti di questi polli verranno allevati in fabbrica (poiché è più probabile che i polli siano allevati in modo intensivo). Diciamo che il 90% lo è. Solo questo ammonta a più di 60 milioni all'anno, senza considerare gli altri animali. 

Supponendo che la maggior parte dell’allevamento ittico avvenga in condizioni di allevamento industriale, 111 miliardi di animali in più vengono allevati in modo intensivo. 111 miliardi è la stima centrale del Sentience Institute; questo presenta un'ampia incertezza, che va da 39 a 216 miliardi. Per contesto, è più o meno lo stesso del numero di esseri umani che siano mai vissuti (stimato in 108 miliardi).

Combinando animali terrestri e pesci, la stima finale arriva al 94% del bestiame che vive negli allevamenti intensivi.

La maggior parte degli allevamenti ittici del mondo si trovano in Asia. Se includiamo il pesce, la percentuale di bestiame allevato negli allevamenti intensivi aumenta in modo significativo, colmando il divario tra i totali globali e quelli statunitensi.

Nel complesso, ci troviamo in una situazione in cui disponiamo di relativamente pochi dati validi. Tuttavia, le prove che abbiamo suggeriscono che un numero maggiore di animali da fattoria nel mondo vive in allevamenti intensivi.

Come rivela l’Eurobarometro della Commissione europea, la stragrande maggioranza dei cittadini europei vuole però che il benessere degli animali allevati a scopo alimentare sia maggiore. In particolare, il 94% degli Europei e il 93% degli Italiani ritiene che gli animali abbiano bisogno di un ambiente adatto alle loro esigenze fondamentali. L’89% degli Europei ritiene che l’Unione europea debba porre fine alle mutilazioni, insieme al 91% degli intervistati in Italia. L’89% dei cittadini europei e il 91% di quelli italiani è inoltre favorevole al divieto dell’allevamento di animali in gabbie singole.

Sfortunatamente, non esiste una fonte di dati regolarmente aggiornata che tenga traccia delle condizioni di allevamento e del numero di animali allevati in fabbrica.

 

 

Fonti: Il nostro mondo nei dati

 https://ourworldindata.org/