«Il decreto passa e alla Fiat di Termoli si continua a lavorare»

Confermato lo sciopero: «Una protesta dolorosa economicamente, ma dignitosa»

«Il decreto passa e alla Fiat di Termoli si continua a lavorare»

«Non abbiamo alternativa, siamo costretti a scioperare», così si potrebbe sintetizzare il pensiero dei due rappresentanti dei lavoratori Andrea Di Paolo, per il sindacato operai autorganizzati (SOA) e Alfredo Tamburrini, per Flm Uniti Cub di Campobasso.

La Fiat di Termoli non vuole fermare la produzione. «Passa il decreto marzo, “cura Italia”, e intanto alla Fiat Fca di Termoli si continua a lavorare. Chiudono la maggior parte degli stabilimenti Fiat Fca in Italia e all'estero ma Termoli no».

Da giorni, ormai, i sindacati esprimono la propria preoccupazione. Ma la decisione dell’azienda, che produce beni non di prima necessità, è netta. Bisogna lavorare. «Non c'e' rispetto per gli operai – scrivono i due sindacalisti - la dignità viene calpestata dalle esigenze dei mercati e da un Governo che dà il via libera all'autogestione per gli industriali e il profitto». E gli altri sindacati? «Dimostrano quello che sono: gruppi impotenti di collaborazionisti datoriali». 

 

L’unica strada resta lo sciopero. «La protesta più dolorosa economicamente ma la più dignitosa per proteggere noi stessi e i nostri familiari oltre che contenere il virus. Lo sciopero è a copertura di tutti gli operai che non hanno alternativa per restare a casa. Possono aderire come e quando vogliono, nei giorni che meglio ritengono. Chiediamo e ribadiamo la chiusura di tutti i siti produttivi in Italia e per lo stabilimento di Termoli, solo in questo caso ritireremo lo sciopero».

La protesta proseguirà fino al prossimo 23 marzo.