IL FENOMENO MIGRATORIO

L'OPINIONE. «Le grandi migrazioni del passato, tra cui quella che portò al disfacimento dell'impero romano, erano legate alla necessità di sopravvivenza di popoli che non avevano risorse per vivere. Come per i romani, l'unico modo di procurarsi le risorse era una dimensione predatoria di conquista».

IL FENOMENO MIGRATORIO

Abbiamo un fenomeno migratorio di massa. Andando oltre le beghe locali da cortile, proviamo a capire cosa succede a livello mondiale.

Le grandi migrazioni del passato, tra cui quella che portò al disfacimento dell'impero romano, erano legate alla necessità di sopravvivenza di popoli che non avevano risorse per vivere.

Come per i romani, l'unico modo di procurarsi le risorse era una dimensione predatoria di conquista.

L'impero sembra che crollò perché il costo per mantenere le strutture militari era diventato superiore a quanto si poteva ricavare dalle stesse conquiste. Almeno questo sembra che sia una delle cause principali del suo disfacimento.

Dal Duecento in poi, con l'istituzione del sistema bancario, si introdusse un altro valore, quello di creare ricchezza utilizzando capitali accumulati per promuovere produzioni e commerci. Il meccanismo della crescita costante dell'economia ha la sua origine proprio in quel periodo.

Questa visione non ha minimamente ridotto la visione predatoria per conquistare mercati e luoghi di espansione per le produzioni e la possibilità di avere forza lavoro.

Il colonialismo delle grandi potenze europee si è sviluppato in questa ottica di sfruttamento costante di terre lontane. Lo stesso è avvenuto con il neocolonialismo attuale.

Lo sfruttamento di quelle terre, che il neocolonialismo attua anche fomentando guerre e corruzione, ha determinato una impossibilità di sopravvivenza di quei popoli che sono costretti a queste migrazioni di massa. 

Se non comprendiamo che il modello economico di crescita e sfruttamento costante è la vera causa di questo disastro, difficilmente riusciremo a trovare soluzioni vere e saremo travolti dagli eventi.

Dove agire? Sicuramente con un cambiamento radicale dei cicli economici mondiali.

L'economia di crescita implica problemi enormi che portano ad uno sfruttamento del sistema Terra oltre i limiti possibili con danni ecologici immensi. La globalizzazione ha avuto l'effetto di concentrare sempre più ricchezza ed aumentare la povertà diffusa.

So che in questa frenesia di darwinismo sociale è utopistico pensarlo, ma soltanto un cambiamento radicale di prospettiva economica, con il passaggio dalla globalizzazione alla rilocalizzazione dei mercati, può costituire l'elemento salvifico per il futuro. Non più un assetto valoriale di espansione di ricchezza, nelle scelte da fare, ma una visione organizzativa per mantenere l'equilibrio ambientale e la distribuzione delle ricchezze. La rilocalizzazione dei mercati andrebbe inserita in una visione ampia di struttura politica-amministrativa che eviti conflitti di confini.

Questa visione utopistica è l'unica che ci potrà permettere di aiutarli a casa loro. Se continua lo sfruttamento neocolonialistico saremo travolti dalle migrazioni come lo fu L'impero romano ed altre realtà a livello mondiale.

Lucio Pastore