Il Giorno della Memoria è ogni giorno

MAI DIMENTICARE. I primi sconfitti sono quelle ragazze che hanno insultato un ragazzo come loro senza neanche sapere perché: aspettiamo presto che i giovani possano tornare a Sant’Anna di Stazzema e nei luoghi della memoria dove si impara qualcosa che non riguarda il passato, ma il presente ed il futuro.

Il Giorno della Memoria è ogni giorno
Foto di FotoRieth da Pixabay

Care amiche e cari amici antifascisti, 

è di queste ore la notizia di un bambino di religione ebraica insultato  e picchiato nella nostra Toscana, regione da sempre impegnata a diffondere i valori della memoria e dell’antifascismo, il primo Stato ad abolire la pena di morte nel 1786. Due adolescenti hanno pensato bene di insultarlo con epiteti irripetibili nell’indifferenza degli altri ragazzi che hanno assistito senza intervenire. 

Una notizia che fa male: fa male perché si parla di nuovo di razza, fa male quel girarsi dall'altra parte, si torna ad insultare chi appartiene ad un’altra religione, ad un’altra tradizione e ciò avviene tra ragazzi che convivono assieme in una società che è sempre più multietnica, più integrata, in una Regione che pochi giorni fa aveva accolto il piccolo siriano Mustafa che  aveva commosso tutti per la sua voglia di vivere nonostante tutto, più forte di un destino che lo aveva fatto nascere senza arti per una malformazione dovuta ai gas respirati dalla madre durante i bombardamenti. Mustafa è stato più forte della guerra. 

Il ragazzo di Venturina in provincia di Livorno non deve fare i conti con la guerra, ma con l’ignoranza di chi ha pensato di umiliarlo, finendo a sua volta vittima di quella cattiva cultura che si insinua nei social, fomentata da chi vuole costruire nemici ad ogni costo, anche in un momento in cui guerre qua non ci sono. 

E’ una guerra in cui dobbiamo combattere anche noi con gli strumenti dell’insegnamento: abbiamo bisogno che la scuola non insegni solo a fare di conto e a scrivere, a tirar fuori buoni ingegneri e buoni scienziati, ma costruisca anche buoni cittadini. Un insegnamento che parte dalle famiglie e dalla società e finisce nelle aule scolastiche dove troppo poco si insegna la storia, il ‘900, la tragedia dei totalitarismi dove con strumenti diversi e meno potenti si costruivano nemici per la patria. 

I primi sconfitti sono quelle ragazze che hanno insultato un ragazzo come loro senza neanche sapere perché: aspettiamo presto che i giovani possano tornare a Sant’Anna di Stazzema e nei luoghi della memoria dove si impara qualcosa che non riguarda il passato, ma il presente ed il futuro.

Ogni tanto ci chiedono se giornate come quella del 27 gennaio servono. Il giorno della memoria lo dedichiamo a quel ragazzo:  ma ogni giorno è il giorno della memoria, solo così può servire davvero

Il Presidente del Parco Nazionale della pace di Sant’Anna di Stazzema

Maurizio Verona