Il Rap come riscatto… storie dal carcere

A. della Comunità minorile di Catanzaro al Sud Sound Festival di Reggio Calabria.

Il Rap come riscatto… storie dal carcere

Il prossimo 8 dicembre A. un ragazzo di diciassette anni  ospite della Comunità Minorile di Catanzaro che si esibirà al Sud Sound Festival con Sfera Ebbasta, Ernia e Finesse, tre big del rap. Un sogno che trasforma il modo di immaginarsi, per A. - oggi residente nella Comunità del Centro di Giustizia Minorile di Catanzaro -, che potrà respirare la libertà di realizzare se stessi su un vero palcoscenico grazie al supporto dei formatori di CCO - Crisi Come Opportunità.

La Storia di A.

Il giovane A. ha dimostrato più volte, nella Comunità di Catanzaro - dove risiede da diversi mesi - di voler approfondire la sua passione per la musica rap e la scrittura di versi. Per questo il direttore della Comunità di Catanzaro ha contattato l’associazione CCO – Crisi Come Opportunità, già avviata con laboratori di musica rap all’interno dell’IPM Paternostro.

Seguito da formatori specializzati e coordinati da Kento, rapper senior socio di CCO, A. ha la possibilità di lavorare ai suoi brani, partecipando a sessioni di registrazione in uno studio professionale.

Quando si presenta l’opportunità del Sud Sound Festival, A., seguito dai formatori di CCO Giuseppe Fazzari e Christian Zuin per la parte tecnica, riceve il sì del Giudice e partecipa al contest, rientrando tra i tre migliori artisti emergenti che si esibiranno in apertura del concerto. Primo di una serie di grandi eventi, il Sud Sound Festival nasce in risposta alle esigenze dei ragazzi di godere della musica dal vivo nel proprio territorio, sempre più povero di realtà giovanili e musicali.

Per la prima edizione dell’8 dicembre, al Palacalafiore di Reggio Calabria, A. aprirà il concerto insieme ad artisti locali emergenti, che saranno poi seguito da tre big del rap: Finesse, Ernia e Sfera Ebbasta.

CCO – Crisi Come Opportunità

CCO – Crisi Come Opportunità si occupa di laboratori di formazione e sensibilizzazione di giovani e comunità locali attraverso l’uso dell’arte, in tutte le sue forme: teatro, rap, sceneggiatura, fotografia e cinema.

Da oltre dieci anni realizza documentari, pubblicazioni, video testimonianze, spettacoli teatrali, campagne di sensibilizzazione e progetti formativi lavorando nelle periferie, nelle carceri minorili e nelle scuole del nostro Paese, su tematiche legate alla cittadinanza attiva, questione di genere e lotta alle mafie.

Nel 2006 un gruppo di amici ed amiche, esperti di musica, cinema, giornalismo, tv e comunicazione a tutto tondo, decide di unire le proprie competenze e passioni per creare un’organizzazione senza scopo di lucro impegnata nel campo della comunicazione sociale per valorizzare e rendere protagonista il mondo non profit meno visibile perchè di piccole e medie dimensioni e valorizzarne i contenuti. 

L’associazione inizia il suo lavoro in progetti audio video e musicali nei Paesi emergenti nel campo della cooperazione internazionale: ha attivato progetti in Libano, Palestina, Brasile, Cuba, Bierolussia.

Dal 2009 l’associazione concentra le attività in Italia dal 2017 ha sede presso la Casa internazionale delle donne di Roma, di cui è socia. 

Capofila del progetto “Presidio Culturale Permanente negli Istituti Penali per Minorenni” - nato da un’idea di Luca Caiazzo, in arte Lucariello e socio dell’Associazione -, CCO organizza, per i minori di Istituti e Comunità, incontri bisettimanali con artisti e formatori qualificati, guidando i ragazzi nella scrittura e nella registrazione di musica rap, ma anche nella messa in scena di spettacoli teatrali e cortometraggi d’autore.

Alcune realtà “sfuggono” alla sensibilità della gente perché sono rappresentate attraverso gli stereotipi che sono accreditati come identitari.

Nel 2022 sono state 80 le persone detenute nelle carceri e Istituti Penali per Minorenni del nostro Paese che hanno deciso di togliersi la vita. Un suicidio ogni 4 giorni.

Nel primo semestre di quest’anno ammontavano a 14.487 i minori in carico agli Uffici dei servizi sociali minorili.

Negli istituti penali per minorenni (ancora così ormai impropriamente definiti visto che l’età degli ospiti può spingersi fino a 25 anni) esistono  gravi problemi, di natura organica, gestionale, organizzativa e persino legislativa ma su tutto ciò insiste un silenzio politico che continua a restare assordante.