Il rientro a Scuola, non è poi tutto liscio come ci fanno credere!

Le lezioni si sono svolte a “finestre” o “porte” aperte proprio per rispettare le sempre più precise norme del Governo. Molti genitori, sulle chat private e della scuola, hanno iniziato un’altra diatriba.

Il rientro a Scuola, non è poi tutto liscio come ci fanno credere!

Il rientro, tra alti e bassi, a scuola c’è stato. Naturalmente non sono mancate le polemiche e, soprattutto, le prese di posizione opposte tra presidi, alunni, rappresentanti e genitori.

La diatriba è partita nei giorni scorsi e, stamattina, le prima avvisaglie ci sono già state all’alba, quando gli alunni hanno preso i mezzi pubblici per arrivare alle rispettive scuole. In questi giorni si è più volte detto, dai nostri governanti, che tutto sarebbe filato liscio e, in effetti, tutto liscio è andato, solo che alcune “navette” ed alcuni “pullman” erano affollati, non si poteva assolutamente stare a distanza e, quindi, rispettare le norme imposte dal Governo centrale.

Ma alla fine sono tutti arrivati a scuola dove, tra un saluto e l’altro, hanno ripreso le lezioni. Ma prima di entrare, però, in qualche scuola, non erano stati puliti i gradini d’ingresso e qualche alunno ha fatto davvero fatica a rimanere in piedi, soprattutto se si trattava di alunni delle elementari e delle medie. I grandi si sa, hanno più spirito di iniziativa e non hanno avuto problemi sul ghiaccio.

Le lezioni si sono svolte a “finestre” o “porte” aperte proprio per rispettare le sempre più precise norme del Governo. Molti genitori, sulle chat private e della scuola, hanno iniziato un’altra diatriba: “ma se mio figlio/a si ammala con la finestra aperta, che fa perde la scuola perché deve stare sempre aperta?”, oppure “ma sanno che se mi figlio/a prende la polmonite non è auspicabile portarlo/a in ospedale?”… e altre cose del genere.

Dubbi giusti? Sicuramente, ma d'altronde è il Governo centrale che vuole la riapertura delle scuole in maniera così forte che alla fine, presidi, alunni, genitori e rappresentanti non hanno nessuna voce in capitolo, devono sottostare e non poter nemmeno replicare.

Qualche genitore, però, è andato anche dai carabinieri per poter esprimere le sue rimostranze “”se io, come genitore, sono tenuto a rispettare tutti i protocolli imposti dalla scuola che frequenta mio figlio/a, allora pretendo che anche la scuola faccia altrettanto rispettando la salute dei “suoi” alunni pulendo il ghiaccio, perché se malauguratamente un alunno si fa male, non può il genitore PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ dell’accaduto, giusto?”

Al solito, in Italia, la burocrazia la fa da padrona, scarica barile, norme che autorizzano e norme che pongono veti, insomma nessuno sa davvero cosa si possa fare.

L'unica certezza? I nostri figli saranno (forse) meno preparati della loro generazioni precedenti, ma non perché i professori o maestri non sono all’altezza, ma perché il modo di studiare è davvero molto lacunoso. E allora vi chiederete: quindi tu sei per riaprirle le scuole?

La risposta non è così semplice, perché se si fossero utilizzati questi 10 mesi (sottolineo 10 mesi) per mettere in sicurezza tutto l’ambiente scolastico (quindi anche e, soprattutto, i trasporti) la mia risposta sarebbe stata “Sì, certamente”. Ma, oggi come oggi, vedere anche i miei figli accalcati su un bus e cercare di non respirare il fiato dell’amico o dell’amica o dello sconosciuto di turno è davvero una barzelletta.

Ma a questo rovescio della medaglia ci hanno pensato gli alunni. Perché noi crediamo che loro sono solo cellulare e passeggio, invece no, hanno una testa sulle spalle e sanno il fatto loro. Hanno usato il cellulare proprio per cercare di TUTELARSI e tutelare le loro famiglie cercando di dialogare con presidi e professori, ma hanno (giustamente) ricevuto risposte negative proprio perché presidi e professori hanno le mani legate, non possono andare contro disposizione dall’alto.

E allora che si fa? Si cede alla situazione? Si cerca di stare attentissimi a scuola? Si va dal terminal ai rispettivi licei a piedi?

NO! Si cerca di far ragionare il sistema, si cerca di far capire che la paura è più forte delle lezioni in presenza, perché, tutto sommato, chi vuole studiare, anche con la DAD studia e impara le cose. Allora si sta cercando di fare un passo forte: NON ANDARE A SCUOLA IN MASSA (in massa vuol dire lasciare le AULE DESERTE) affinché i presidi debbano, per forza di cose, prendere una decisione: far capire a chi ci governa che la salute viene prima di tutto e che, forse, la DAD non è poi così male come la si vuole dipingere.

Saranno assenze INGIUSTIFICATE?

Può darsi, ma quale genitore, in questo caso, non giustificherebbe un comportamento così responsabile del proprio figlio/a?

La situazione non è semplice da risolvere. Si parla di figli che devono rimanere a casa, che si scocciano a stare a casa, che devono stare soli e isolati a studiare, senza una parola, senza un amico/a accanto. Credete che sia facile per loro? Sicuramente no, ma quando un figlio/a ti dicono “Papà non prenderò la navetta perché non voglio ammalarmi e portare il virus a casa” voi che fareste?

Ora, credo, che tocchi alle nostre istituzioni locali fare mente locale di tutto ciò che è successo oggi e prendere le "giuste decisioni".

 

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