Il sonno della morte sarà men duro

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Occorre educare le nuove generazioni al fatto che non devono esistere categorie di eletti e categorie di esclusi».

Il sonno della morte sarà men duro
Foto di Engin Akyurt da Pixabay

Ho sempre ripudiato e considerato insopportabili tutte le forme di ingiustizia, sia nei rapporti tra le persone che sul piano economico e sociale.
Passano i decenni e, a differenza di molti miei coetanei, non mi rassegno.
È diffusa la mentalità del privilegiato, dell'eletto, e al contempo quella del separato.

Mentalità che in molte parti del mondo, e anche nel nostro Paese, suppone una condanna, una messa al bando, talora un disprezzo per tutti quelli che sono ai margini e restano esclusi dai diritti fondamentali.

Vi sono gruppi umani considerati "razza a parte", quasi dei "senza padre" perché non entrano in quella dei dominatori.

Occorre educare le nuove generazioni al fatto che non devono esistere categorie di eletti e categorie di esclusi. Che non esistono le razze, ma solo etnie diverse tutte con pari dignità. E che per il vero traguardo di civiltà non basta l'integrazione delle classi sociali, quasi una benevola cooptazione ad opera dei dominatori, bensì la scomparsa delle classi nella grande comunità umana.
Preservando l'originale storia e l'irripetibile identità di ogni persona.

Solo una sostanziale uguaglianza nei diritti fondamentali e un'equa distribuzione della ricchezza potrà, un giorno, realizzare la vera giustizia.
Sembra un'utopia, ma non ho mai smesso di crederci e, per quanto posso, cercherò sempre di diffonderla.
Solo così, per dirla con Foscolo, un giorno "il sonno della morte sarà men duro"!