In ricordo di Paolo Borsellino

Intervento dell'avvocato penalista Enzo Guarnera. «La mafia esiste e non viene totalmente sconfitta perchè all'interno di alcuni settori dello Stato ha dei collegamenti. Vi è una mafia più alta, che cammina con la giacca e con la cravatta, una mafia che vuole compiere affari. Per sconfiggere la mafia bisogna scoprire questi collegamenti.»

In ricordo di Paolo Borsellino

“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.”

Paolo Borsellino

«Ho conosciuto Paolo Borsellino, l'ho incontrato due volte per ragioni professionali - ha spiegato durante un incontro pubblico l'avvocato penalista Enzo Guarnera -. Mi resi conto di avere davanti una persona di grande livello, sia dal punto di vista professionale che umano. Seppi che con gli uomini della scorta si comportava in maniera assolutamente dignitosa. Questo non è un fatto secondario, è indice della qualità della persona, che viene prima del magistrato. Inoltre era un bravo magistrato.

Fui anche presente nell'ultimo discorso che Borsellino fece a Palermo dopo la morte di Falcone. Allora ero all'Assemblea regionale siciliana ed ero componente della Commissione regionale Antimafia. Un discorso accorato, che già faceva presagire ciò che lui immaginava per sè stesso. Aveva consapevolezaa di un fatto che adesso, forse, è anche più chiaro: chi aveva deciso di ucciderlo non era soltanto la mafia di Riina, di Graviano, di Provenzano e dei mafiosi che tutti conoscono. Ma una mafia molto più alta, presente nelle Istituzioni, nella politica.

Borsellino e Falcone erano due magistrati scomodi. Erano due magistrati che avrebbero potuto fare emergere tutte le collusioni che la mafia aveva nelle Istituzioni dello Stato.

La mafia esiste e non viene totalmente sconfitta perchè all'interno di alcuni settori dello Stato ha dei collegamenti. Vi è una mafia più alta, che cammina con la giacca e con la cravatta, una mafia che vuole compiere affari. Per sconfiggere la mafia bisogna scoprire questi collegamenti.

L'input a chi preme il telecomando viene dato dai piani alti. Ci sono presenze che hanno dato il via libera per l'uccisione di questi magistrati. 

Chi si batte contro questo potere è a rischio».