«La cuntintizza», il nuovo libro di Agnello Hornby e Gravina

Piccole ragioni della bellezza del vivere, questa la definizione più esatta per definire il contenuto di questo libro della grande scrittrice siciliana Simonetta Agnello Horby, trapiantata in Inghilterra, ma sempre ancorata alle sue radici siciliane che in questo testo si rivelano come il viatico della sua formazione di vita intimamente connessa alla presenza costante nella sua vita della sua giovinezza vissuta nella Palermo di quel tempo.

«La cuntintizza», il nuovo libro di Agnello Hornby e Gravina

In un dialogo ricco e costruttivo con la nipote siciliana Costanza Gravina, farmacista, ma che coltiva la passione della miscelazione e dei cocktail, ripercorre il vissuto della sua famiglia in un modo del tutto originale.

“La cuntintizza” di cui parla si ritrova in gesti, parole, luoghi e attraversamenti generazionali che sfociano  nella composizione compatta della sua natura sicula, ma soprattutto espone nella sua deliziosa forma letteraria, la capacità di raggiungere quello stato di grazia nelle piccole cose della vita, nella ragione stessa in cui si fondono i sapori, gli odori, i piccoli gesti quotidiani degli esseri umani quando sono in armonia con il mondo.

E dunque si passa dalla vita nella casa di Mosè, dove albergano i ricordi legati alla sua giovinezza con un filo diretto con i suoi avi, alla vita a Palermo, attraversando tutte le vicende storiche che hanno segnato quell’epoca.

Il Catalogo (tratto dal testo)

“Proviamo a mettere in odine in fila gesti, mansioni, occupazioni del quotidiano in cui riconoscere la cuntintezza. Quello che segue non è un decalogo, quanto piuttosto una mappa ideale per orientarci dentro questo territorio così delicato dove la gioia a volte sbummica inaspettamente, e magari non sappiamo dare un nome a quella sensazione improvvisa.

Cuntintizza è lucidare l’argenteria e riporre le posate nei cassetti.

Cuntnitizza è comprare dei robavecchiari oggetti maltrattati, sporchi, neri, opachi e poi a casa lucidare il metallo che da nero diventa grigo e poi argento (…)

Cuntintizza è dare dignità ad una sedia o una cassetta con intarsi di legno in cattive condizioni, e piano piano riportare il legno al suo splendore (..)

Cuntintezza era viaggiare con mia madre quando andavo a congressi sull’infanzia maltrattata e sul diritto di famiglia”.

Cuntintezza è sorseggiare da sola a fine giornata un liquore nel bicchiere adatto: il cognac versato in enormi bicchieri rotondi, i digestivi in bicchierini a calice stretto, lo spumante in una coppa piatta e larga, il whisky in bicchieri larghi e alti”.

L’alternarsi delle voci di Simonetta e Costanza, sua nipote, disegnano così, una mappa emozionale, supportata da considerazioni filosofiche ed antropologiche così si citano i vizi capitali, i nemici della cuntintezza, incapaci di gioire degli altri o addirittura gioiosi della propria vita e dei propri familiari.

E così scrive.

“Le nemiche della cuntintezza comunicano con i movimenti del volto, oltre che con le parole. Hanno una grande abilità nel roteare gli occhi, nell’abbassare le palpebre(…). I nemici della cuntintezza squadrano le loro vittime a distanza e poi si avvicinano, all’apparenza educati, pronti per un affettuoso saluto, ma lo sguardo rivela il loro intento: ottenere più informazioni e distruggere la cuntintezza”.

Un libro, quello della Horby, intriso di rievocazioni, di immagini del passato, di modelli di esistenza immersivi e coinvolgenti per chi volesse affondare ed andare oltre le sue radici per costruire un paradigma di vita improntato sulla felicità in armonia con il mondo circostante.

Costanza Gravina ci porta nel mondo dei sapori e degli odori siciliani quasi a voler far discendere le abitudini culinarie in una dimensione universale di contatto con l’altro e con il mondo intero, in una contaminazione avvincente tra gusto, desideri e comportamenti di vita.

Un libro che consiglio molto perché oltre che far acquisire conoscenze della terra siciliana, ci riporta come Fogazzaro, in un mondo  di cose semplici, ma che rendono la vita “speciale” rimettendo in circolo quella capacità di amare, di condividere e respirare la libertà dei sentimenti.