«La memoria rende liberi» di Enrico Mentana e Liliana Segre

L’ultimo libro di Liliana Segre che, in collaborazione con il giornalista Enrico Mentana, pone l’accento sulla questione della “memoria” come bene imprescindibile per evitare il “sonno della ragione dei popoli”.

«La memoria rende liberi»  di Enrico Mentana e Liliana Segre

Una lunga prefazione di Enrico Mentana apre questo libro di indiscutibile valore e bellezza, mettendo a nudo la necessità di far rimanere traccia di ciò che è stato e che può ripetersi. In particolare Mentana, analizza la condizione degli Ebrei nel regime nazifascista imponendo, con ampie riflessioni, la questione della liceità di certi atteggiamenti accettati dagli Ebrei stessi nel periodo nazista e che poi risulteranno essere la loro sciagura come ben sappiamo.

Ancora più convincente è la considerazione di un mondo che va via, quello delle testimonianze dirette dei sopravvissuti, che inevitabilmente  stanno scomparendo. Ma possiamo far morire  la memoria  di ciò che è stato? Assolutamente no.

Ogni sforzo va indirizzato al mantenimento di essa e la possibilità di rendere vivi gli insegnamenti delle crudeli vicende assegnate ad un popolo e ad una certa parte dell’umanità.

Il cuore del libro è attraversato dalle pagine del narrazione cruda di Liliana Segre che, attraverso un vero e proprio memoriale, descrive  la sua “vita interrotta di  bambina nella Shoah”.

Un racconto intenso ed emozionante che sfiora la sua personale esperienza con riferimenti ai fatti storici accaduti, alle deportazioni, ai campi di concentramento. La perdita della madre prematura, il rapporto forte con il padre che lei chiama sempre “il mio papà” , il distacco e la sofferenza in seguito alla sua perdita.

Gli occhi di una donna, quelli della Segre, che diventano man mano gli occhi  di una bambina, abbandonata al suo destino nei campi di concentramento e poi gli occhi di una donna scampata al massacro degli Ebrei, ella stessa sopravvissuta all’intera sua famiglia.

Dalla intensa narrazione alla caparbia volontà di rendere viva la memoria, ogni giorno, ogni ora come timone per affrontare la vita, quella sua e quella dell’intera umanità.

La parte finale è dedicata proprio all’opera di divulgazione e di testimonianza di Liliana Segre alle nuove generazioni, ai giovani, agli uomini e donne di domani, affinchè attraverso la conoscenza dei fatti possano costruire un mondo migliore, lontano dalla discriminazione razziale e nel rispetto delle leggi che aspirano alla realizzazione della piena libertà individuale e al rispetto dei propri simili al di là di qualsiasi differenza di razza, di religione e di orientamento sessuale.

Perché "la memoria rende liberi sempre".