La risoluzione 2317. Un modo, ignorato, per tutelare Assange

Il 28 gennaio 2020 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha approvato la "Risoluzione n.2317", intitolata "Minacce alla libertà dei mezzi di comunicazione e alla sicurezza dei giornalisti". Un provvedimento che potrebbe aiutare Julian Assange

La risoluzione 2317. Un modo, ignorato, per tutelare Assange
fonte: inews.co.uk

La vicenda di Julian Assange sta passando, quasi, inosservata. Attivista informatico e co-fondatore del celebre sito Wikileaks, Assange rappresenta forse l’emblema di un sistema di potere che guarda alla libertà di stampa come se fosse la panacea di tutti i mali. Purtroppo vi è la volontà dei governi di ridurre e stritolare sempre di più tale libertà e prendere il controllo dell’informazione di massa.

La vicenda è forse uno degli esempi più importanti di questo abuso: anni di reclusione forzata nell’ambasciata Ecuadoriana a Londra, di spionaggio commissionato dalla Cia, di impossibilità nel ricevere cure adeguate per il suo precario stato di salute.

E' passata sotto silenzio la delibera dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa del 28 gennaio scorso, con l’approvazione della Risoluzione 2317 intitolata: “Minacce alla libertà dei mezzi di comunicazione e alla sicurezza dei giornalisti”.

L’importanza di tale risoluzione è enorme. Si fa riferimento alla volontà del Consiglio alla promozione della protezione dei giornalisti e degli altri attori dei media, per poter lavorare in condizioni di sicurezza.

Sono i numeri a parlare: “dal 2015 al 25 novembre 2019, 26 giornalisti sono stati uccisi, tra questi, in 22 casi vi è stata l’impunità, e 109 giornalisti sono attualmente in detenzione; 638 gravi violazioni della libertà di stampa  sono state perpetrate in 39 paesi”.

Al capitolo 6 si fa riferimento alla sitauzione di Julian Assange. Dove si legge che «la detenzione e la persecuzione penale di Julian Assange» costituisce «un precedente pericoloso per i giornalisti» e che «l’estradizione del sig. Assange negli Stati Uniti deve essere vietata e che deve essere prontamente rilasciato.”

Questi sono i primi 6 capitoli nelle sue parti fondamentali.

1. Senza il diritto alla libertà di espressione e a mezzi di comunicazione liberi, indipendenti e pluralistici, non esiste una vera democrazia. Il Consiglio d’Europa e la sua Assemblea Parlamentare sono fermamente impegnati a rafforzare la libertà dei media in tutti i suoi aspetti, compreso il diritto di accesso alle informazioni, la protezione delle fonti, la protezione contro le perquisizioni dei luoghi di lavoro e dei domicili privati e il sequestro di materiali, la salvaguardia dell’indipendenza editoriale e della capacità di indagare, il diritto di criticare e contribuire al dibattito pubblico senza timore di pressioni o interferenze. La sicurezza di giornalisti e altri attori dei media è una componente fondamentale di questa libertà.

2. Ai sensi della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo – in particolare, ma non solo, l’articolo 10 – gli Stati membri hanno l’obbligo positivo di istituire un solido quadro giuridico per i giornalisti e altri attori dei media affinché possano lavorare in sicurezza. Tuttavia, minacce, molestie, restrizioni legali e amministrative e indebite pressioni politiche ed economiche sono diffuse. Peggio ancora, in alcuni paesi, i giornalisti che indagano su questioni che coinvolgono la corruzione o l’abuso di potere, o che si limitano a esprimere critiche ai leader politici e ai governi al potere, vengono attaccati fisicamente, incarcerati arbitrariamente, torturati o addirittura uccisi. […]

3. Secondo le informazioni pubblicate dalla Piattaforma del Consiglio d’Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti (la Piattaforma), dal 2015 al 25 novembre 2019, 26 giornalisti sono stati uccisi, tra questi, in 22 casi vi è stata impunità, e 109 giornalisti sono attualmente in detenzione; 638 gravi violazioni della libertà di stampa sono state perpetrate in 39 paesi. Le minacce alla libertà dei media e alla sicurezza dei giornalisti sono diventate così numerose, ripetute e serie che mettono a repentaglio non solo il diritto dei cittadini di essere adeguatamente informati, ma anche la stabilità e il regolare funzionamento delle nostre società democratiche.

4. Gli organi del Consiglio d’Europa, compresa l’Assemblea parlamentare, non devono solo continuare a sostenere lo sviluppo in tutti i paesi europei ed oltre i confini europei di un ambiente sicuro per giornalisti e altri attori dei media, ma devono fare uso di tutto il loro potere per sollecitare gli Stati membri a porre rimedio in modo rapido ed efficace a qualsiasi minaccia alla libertà dei media, sollecitando e sostenendo le riforme richieste a tale scopo.

5. Pertanto, l’Assemblea invita gli Stati membri a proteggere più efficacemente la sicurezza dei giornalisti e la libertà dei media.[…]

6. L’Assemblea invita gli Stati membri a creare un ambiente mediatico favorevole e a rivedere a tal fine la loro legislazione, cercando di prevenire qualsiasi uso improprio di diverse leggi o disposizioni che possano avere un impatto sulla libertà dei media – come quelle sulla diffamazione, l’antiterrorismo, la sicurezza nazionale, l’ordine pubblico, l’hate speech, la blasfemia o le leggi sulla memoria – che troppo spesso vengono applicate per intimidire e mettere a tacere i giornalisti. A tale proposito, devono in particolare:

6.1 Evitare di proporre sanzioni penali per un reato mediatico – in particolare pene detentive, chiusura dei media o blocco di siti Web e piattaforme social – tranne nei casi in cui altri diritti fondamentali siano stati gravemente compromessi, ad esempio in caso di incitamento all’odio o istigazione alla violenza o al terrorismo; assicurare che tali sanzioni non vengano applicate in modo discriminatorio o arbitrario contro i giornalisti;

6.2 Riconoscere e assicurare il rispetto del diritto dei giornalisti di proteggere le proprie fonti e di sviluppare un adeguato quadro normativo, giudiziario e istituzionale per proteggere gli informatori o whistleblower e coloro che li facilitano, in linea con la risoluzione dell’Assemblea 2300 (2019) “Migliorare la protezione degli informatori ovunque in Europa”; a tale proposito, riconoscere che la detenzione e la persecuzione penale di Julian Assange costituiscono un precedente pericoloso per i giornalisti unendosi alla raccomandazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti che ha dichiarato, il 1 ° novembre 2019, che l’estradizione del sig. Assange negli Stati Uniti deve essere vietata e che deve essere prontamente rilasciato