La saga criminale dei Vuolo continua: arrestati padre e figlio

Chi sono i Vuolo? Da anni al centro di affari criminali, Mario Vuolo senior oggi detenuto soprannominato "il re del ferro" è al centro di inchieste per corruzione e anomalie nella fabbricazione di ponti e pensiline in appalti autostradali.

La saga criminale dei Vuolo continua: arrestati padre e figlio

Cresciuto a pane e camorra: arrestato Mario Vuolo, insieme al padre Pasquale alias capa storta. L'accusa è quella di essere mandanti di un atto incendiario nei confronti di una concessionaria di autonoleggio, incendio che ha visto distrutte sedici auto per un valore di centinaia di migliaia di euro.

Chi sono i Vuolo?
Da anni al centro di affari criminali, Mario Vuolo senior (nella foto in basso) oggi detenuto soprannominato "il re del ferro" è al centro di inchieste per corruzione e anomalie nella fabbricazione di ponti e pensiline in appalti autostradali.

Ma anche artefice di fallimenti. Un soggetto che, già dagli anni duemila, ha visto una sua ditta ricevere una interdittiva antimafia dalla Prefettura di Napoli dopo che il figlio Pasquale, imparentato con il boss Michele D'alessandro, veniva condannato con l'aggravante mafioso dell'art 7 (il reato viene commesso per avvantaggiare un clan mafioso).

Vuolo Pasquale capastorta (nella foto in alto) è elemento di spicco del clan D'alessandro, sposato con Coppola Lucia, figlia di Gaetano noto pregiudicato affiliato al clan D'alessandro di Castellammare di Stabia.

Nella famiglia Vuolo il modus operandi criminale è una prerogativa familiare. Infatti Cardone Giuseppina, moglie di Mario Vuolo, è stata condannata e ristretta agli arresti domiciliari. Anche gli altri figli di Vuolo Mario: Antonio e Taddeo sono pregiudicati.

I Vuolo, negli anni, hanno creato una serie di aziende operanti negli appalti pubblici, nonostante le autorità di polizia conoscessero i Vuolo. Ciò non gli ha impedito di frequentare i salotti dell'imprenditoria e acquisire commesse per milioni di euro.

Testimoni di Giustizia, Perrone Editore, 2014 - Un capitolo ("Un testimone in fuga dalla camorra") è dedicato proprio ai Vuolo, grazie alla testimonianza del tdg Gennaro Ciliberto.

 
Dopo le indagini avviate nel 2010, partite dal manager e responsabile della sicurezza (il sottoscritto), i Vuolo hanno visto sgretolare il loro impero.

Ma il loro fare criminale e le minacce rivolte a chi aveva osato denunciare anomalie costruttive e corruzione non si è fermato. Il denunciate, infatti, è poi diventato un testimone di giustizia e le denuce hanno trovato puntuali riscontri, tanto da dover costringere Autostrada SPA ad intervenire sulle strutture metalliche realizzate dalle aziende dei Vuolo.

Addirittura uno dei cavalcavia più imponenti presenti sulla tratta Napoli Milano nel tratto di Ferentino è stato totalmente rifatto, come tutti i portali della segnaletica a bandiera e le stazioni di pagamento sono stati oggetto di ripristino.

Nel 2010 la denuncia per un giro di mazzette e la pericolosità dei cavalcavia, da anni senza alcuna manutenzione e verifica strutturale. Solo dopo il tragico crollo del ponte Morandi le carte e le intercettazioni, che sono nel fascicolo del procedimento penale tutt'ora pendente presso il Tribunale di Roma, (tra gli imputati funzionari Aspi, i tecnici e i Vuolo), sono diventati importanti. Tanto da essere richiesti dalla Procura di Genova che procede per il crollo del Morandi.

Il processo a Roma ha visto archiviare le posizioni dei dirigenti e funzionari Autostrada per sopraggiunta prescrizione ma vede ancora imputati Vuolo Mario, Vuolo Pasquale e Cardone Giuseppina. Il sottoscritto è parte civile nel procedimento penale, pendente dal 2017.

I giorni nostri
La squadra mobile della Questura di Napoli ha tratto in arresto quattro persone, tra cui Vuolo Pasquale alias capastorta, recentemente scarcerato per una condanna per estorsione aggravato dal metodo mafioso, ed il figlio Mario sino ad oggi incensurato.


I Vuolo si sono riciclati nell'attività di noleggio auto di lusso, con più sedi. Un noleggio atipico, poiché per noleggiare auto dal valore anche di duecentomila euro non occorre alcuna carta di credito. Nel parco auto della VS Rent ci sono Lamborghini, Ferrari, Porche e auto di ultima generazione con più di 600 cavalli.

Dove hanno preso i soldi i Vuolo per acquistare un parco auto che supera i due milioni di euro? Resta un mistero.

Ma i Vuolo non amano avere concorrenza né tanto meno operare secondo le regole e rispettando la legge. E, come sostiene l'accusa della Procura di Torre Annunziata, i Vuolo sarebbero i mandanti del raid incedendario ad un loro diretto concorrente a Castellammare di Stabia.

Il trasferimento in Emilia Romagna

Dopo la chiusura delle varie aziende operanti nel settore grandi appalti e le bufere giudiziarie, i Vuolo, si sono trasferiti in Emilia Romagna precisamente a Fabbrico dove risulta una azienda Grande Carpenteria Emiliana srl che vede socio unico proprio Vuolo Antonio coinvolto in varie inchieste e già presente come socio nella Carpenfer Roma e amministratore di fatto della PTAM (acronimo di Pasquale, Taddeo, Antonio e Mario, l'intera compagine maschile dei Vuolo).

Perchè proprio a Fabbrico? I Vuolo hanno intenzione di partecipare ad appalti per la realizzazione di opere pubbliche o lavori in autostrada?

Non sappiamo se la Prefettura di Reggio Emilia sappia che la Grande Carpenteria Emiliana fa capo alla famiglia Vuolo di Castellammare di Stabia affiliata ai D'alessandro, un clan di camorra che nell'ultima relazione della DIA viene descritto con una grande capacità economica, ben radicato in varie regioni d'italia e capace di una potenza di fuoco e con centinaia di affiliati.

Mario Vuolo junior (nella foto in alto), cresciuto a pane e camorra, ha fatto il suo ingresso nel carcere di Poggioreale iniziando a venti anni la sua carriera criminale di figlio di camorrista e nipote di pregiudicati.

 

La denuncia del testimone di giustizia - estratto Tg2

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