La sposa di Auschwitz

In un giorno come questo, esattamente 76 anni fa le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Aushwitz. Era il più grande campo di concentramento dei nazisti, il luogo dove i tedeschi hanno sterminato milioni di Ebrei, il luogo dove la forza dell’antisemitismo ha avuto la sua massima espressione, dove la Shoah è diventata atroce realtà.

La sposa di Auschwitz

Il Giorno della Memoria è stato istituito dalle Nazioni Unite il 1 novembre del 2005 per commemorare le vittime dell’Olocausto.

La Memoria è un vascello dove approdare per dare senso alla vita dei popoli, per costruire la loro identità e consapevolezza, per riempire il contenitore del dubbio, della discriminazione e viaggiare verso la Libertà.

Libertà di  vivere, libertà di pensare, libertà di guardare il cielo e scoprire il proprio destino. Ma si è liberi quando si conosce ed è proprio,  in momenti come questo, e in tali ricorrenze che rimane forte il grido di libertà per l’autodeterminazione dell’essere umano.

Questo principio lo ritroviamo forte nelle tante testimonianze dei superstiti che hanno creato una vera e propria banca dati, non per catalogare solamente le loro esperienze personali, ma per dare un seguito, un insegnamento, un monito, affinchè mai più si ripetessero le tragedie accadute.

Voglio parlavi, a tal proposito di un libro di Eve Keller, che dopo aver stretto amicizia con Millie Werber, ritrova la storia di Millie nelle sue confidenze che diventano un tesoro per la scrittrice.

La storia è quella di Millie,  una ragazza ebrea, che per avere salva la vita, è costretta a lavorare  come operaia per i Tedeschi. Ma persino nell’orrore di un lager si può trovare l’amore: proprio qui la ragazza conosce Heniek, ebreo costretto a collaborare con le SS. I due si scambiano le fedi e una promessa d’amore eterno. Il loro matrimonio però dura poco, Heniek viene tradito da un altro ebreo e fucilato dai  nazisti.

Millie, rimasta sola, non può che farsi forza e lottare per la sopravvivenza e per affrontare l’orrore di Aushwitz.

Anni dopo, reduce dal lager e dalla terribile marcia della morte, andrà in America dove troverà una vita nuova ed un altro uomo, il suo secondo marito Jack.

Ma il ricordo del suo primo amore Heniek, l’accompagnerà per sempre, proprio come l’anello che lui le aveva donato nel ghetto di Radom.

In queste pagine la protagonista, sopravvissuta ci racconta, nei dettagli, cosa significava vivere nella Polonia occupata dai nazisti e come si possa trovare l’amore vero persino nell’Inferno dell’Olocausto.

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