La vera rivoluzione

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Non si va a scuola solo per ascoltare l'insegnante, ma per costruire assieme, allievi e insegnante, un percorso globalmente formativo.»

La vera rivoluzione
Foto di klimkin da Pixabay

Continuo le mie riflessioni sul tema della scuola, in particolare quella della infanzia. I bambini rappresentano le basi della vita umana, in quanto indicano le condizioni perchè questa risulti degna di essere vissuta.
Per fare crescere bene i bambini ci vuole un metodo fondato sulla realizzazione di un ambiente nel quale essi possano fare esperienza con il sostegno degli adulti.
Sostegno, non sostituzione.

Diceva Maria Montessori: "Voglio andare in una Casa dei Bambini e non accorgermi della presenza delle maestre".

Per la Montessori la libertà è sempre creativa e formativa: "Aiutami a fare da solo" era il suo motto.
Ma tale pedagogia non credo abbia avuto molta fortuna nel nostro Paese. Così come non ebbero fortuna altre grandi figure pedagogiche.

Il maestro Alberto Manzi fu sospeso dall'insegnamento perché si rifiutò di dare voti ai suoi bambini, e solo successivamente venne valorizzato in televisione con la famosa trasmissione "Non è mai troppo tardi".

Altra figura importante è stata quella di Danilo Dolci, che aprì strutture educative nelle quali ogni giorno i bambini venivano consultati su come organizzare la giornata.

E poi Mario Lodi, che costruiva le sue storie con i bambini stessi.

Infine, e non ultimo, don Lorenzo Milani, che riportava a scuola i ragazzi che, in età precoce, venivano destinati a lavorare in fabbrica o nei campi.

Per tutti costoro non si va a scuola solo per ascoltare l'insegnante, ma per costruire assieme, allievi e insegnante, un percorso globalmente formativo.

Ma quanto di tutto ciò, a parte alcune isolate realtà, è stato recepito dalla istituzione scolastica italiana?
Temo molto poco.
La vera rivoluzione parte da qui.