Le parole sono importanti
L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Rimane attuale l'antica esclamazione di un secolo e mezzo fa: "L'Italia è fatta, adesso bisogna fare gli italiani!"»

Scegliere quelle giuste non è solo una questione linguistica, grammaticale e logico-sintattica. È soprattutto rivelatore della personalità, del modo di essere, delle intenzioni di chi le usa. Riflettiamo, per esempio, su alcune di quelle utilizzate per commentare i risultati delle recenti elezioni amministrative. Ma non solo.
"Abbiamo CONQUISTATO il Comune, abbiamo SCONFITTO gli avversari e vinto la BATTAGLIA. La città, la regione, è NOSTRA".
Non diverso è il linguaggio nei resoconti politici di alcuni giornalisti: i termini "conflitto", "attacco" sono ricorrenti. Le immagini sono quelle di un contrasto permanente, di una guerra senza quartiere. È un contesto nel quale i termini "confronto", "dialogo", "ricerca di unità e di sintesi" sono stati banditi.
In realtà tutto ciò riflette l'infimo livello del dibattito pubblico, della nostra classe politica, delle qualità personali di molti dei suoi protagonisti. È lo specchio di una concezione del potere inteso come occupazione per fini di parte, e non come servizio verso la collettività. È l'assenza di un orizzonte ampio e di uno spessore etico.
Per essere sinceri sino in fondo: è la proiezione del comune sentire di larga parte del popolo.
Rimane attuale l'antica esclamazione di un secolo e mezzo fa: "L'Italia è fatta, adesso bisogna fare gli italiani!"