L'incredibile tracollo dell'Ajax

Un pessimo avvio di stagione quello dei lancieri, sprofondati in piena zona retrocessione.

L'incredibile tracollo dell'Ajax

Qualche settimana fa, in occasione della partita tra Francia e Paesi Bassi, la nazionale olandese non presentava giocatori dell'Ajax tra i titolari:

un evento che non si verificava dal 1981, ma soprattutto una prova certa di ciò che sta accadendo dentro a questo glorioso club.

L’Ajax sta vivendo il peggior inizio di stagione della sua storia, è reduce da quattro sconfitte consecutive e, con i suoi cinque punti dopo sette gare, è al penultimo posto in campionato.

Il crollo del club si rispecchia su tutta la città di Amsterdam, dove si respira un certo malessere, percepibile attraverso le vie, costeggiando i canali.

È una di quelle città in cui l’identità culturale coincide perfettamente con quella sportiva: in questo caso l’Ajax.

Non è solo una questione di storia: il modello Ajax, si rispecchia nel tessuto sociale di una delle città più all’avanguardia d’Europa. Solo che da qualche mese la città si è spenta, andando di pari passo con la squadra.

immagine tratta da Fanpage.it

Emblematico ciò che si è verificato lo scorso 24 settembre:

nel giro di poche ore quello è diventato, secondo i media olandesi, il “giorno nero dell’Ajax”, e di certo verrà ricordato come uno dei punti più bassi nella storia del club. Alle 16.20, nonostante la nebbia dei fumogeni lanciati in campo dalla curva dell'Ajax, il maxischermo dello stadio si legge benissimo.

E segna il seguente risultato: Ajax 0 Feyenoord 3, quando il cronometro della partita è soltanto al minuto 57. In quel preciso istante, lo speaker inizia a parlare: "La partita è sospesa, siete pregati di abbandonare i vostri posti". Le esplosioni all'interno dello stadio diventano sempre più assordanti.

Contemporaneamente, il campo si è svuotato: i giocatori sono rientrati negli spogliatoi guidati dall’arbitro, costretto a interrompere la partita perché il rettangolo di gioco è diventato invisibile.

La maggior parte dei tifosi è distrutta, colpita dall’umiliante sconfitta subita nella sfida più importante d'Olanda, che esalta la lotta territoriale tra Rotterdam e la capitale.

Ma non è finita qui.

Gli hooligans, portati fuori dallo stadio, provano a rientrare sfondando con pugni e calci una porta d’ingresso, arrivando allo scontro violento contro la polizia. Nel frattempo, Maurice Steijn, l’allenatore dell’Ajax arrivato a inizio stagione, si presenta davanti alle telecamere difendendo il proprio operato: "Vedo ancora una possibilità, possiamo fare bene. L’ho visto anche nel primo tempo di oggi", dice. Peccato che il suo Ajax fosse sotto di tre gol dopo 37 minuti.

immagine presa da Transfermarkt

Tuttavia, il principale colpevole di questa crisi, secondo la società e i tifosi in rivolta, è il direttore sportivo tedesco Sven Mislintat.

Non a caso, alle 18.30 di quello stesso pomeriggio, viene licenziato.

Mislintat viene scelto per rimettere ordine nel club, solo che viene accolto tra mille dubbi, fin da subito viene etichettato come un dirigente non idoneo all’ambiente. D’altronde la squadra di Amsterdam segue un credo radicale che si fonda sull'ideologia di Johan Cruijff e, soprattutto, da un profondo senso di appartenenza alla sua stessa città.

Il legame che tiene unito l’Ajax con Amsterdam è talmente viscerale che quasi viene considerato un fattore concreto del gioco. E per i tifosi questo sentimento è un requisito necessario per poter dirigere la squadra. Sven Mislintat, invece, tenta di convincere gli scettici realizzando una vera e propria rivoluzione. Ma a modo suo.

Trasforma quasi completamente la rosa partendo dalle cessione dei giovani più promettenti, quelli ereditati dal ciclo precedente: Kudus, Timber, Bassey e Álvarez. Cambiano squadra anche due senatori come Klassen e Tadic, e così lo spogliatoio resta senza leader.

Durante l'estate il nuovo direttore spende più di 100 milioni per acquistare dodici nuovi giocatori, dando credito al suo metodo, fondato su uno studio analitico di dati.
Giocatori provenienti da campionati diversi e inferiori, alcuni interessanti come Sutalo, proveniente dalla Dinamo Zagabria e il georgiano Mikautadze, reduce da 23 goal nel campionato francese.

Cambiando così radicalmente la rosa, inserendo dei giovani talenti in un sistema del genere, ci vuole tempo e pazienza. Requisiti che non appartengono al mondo Ajax, abituato sempre a rimanere ai vertici del calcio locale.

Per queste ragioni il direttore sportivo è stato subito fatto fuori.

La società senza una guida nell'ultimo mese, è finita temporaneamente nelle mani di Jan van Halst, un ex calciatore con poche presenze in carriera. La fiducia che l'Ajax possa splendere di nuovo c'è, in primis rispolverando un'identità perduta e tornando a programmare calcio in modo pedagogico, unendo quel filo tra squadra e città che si esprime in un calcio estetico, offensivo, godibile, in cui i talenti provenienti dal vivaio possano mettersi in mostra, deliziando i propri tifosi.

Due primi passi sono stati fatti per rinascere: Louis van Gaal è diventato nuovo consigliere del club e l'allenatore Steijn dopo l'ennesima sconfitta di domenica scorsa contro l'Utrecht, è stato rimosso dall'incarico.

in copertina Tahirovic, immagine presa da sportface